Oltre il 10 per cento delle imprese vende on line con una quota di fatturato raddoppiata rispetto a qualche anno fa. Lo rilevano i dati Eurostat.
“E’ la conferma di una tendenza crescente all’utilizzo di questi nuovi strumenti che già una nostra ricerca aveva intercettato. Ma, nonostante i tanti passi in avanti, l’Italia rimane nelle retrovie delle classifiche europee mentre nel mondo cresce la voglia di Made in Italy”. Lo afferma il Presidente Nazionale della CNA, Daniele Vaccarino.
“E’ un controsenso – prosegue – al quale bisogna porre fine. L’Italia non può non perseguire questa strada di modernità e allineamento ai tempi che può creare lavoro e benessere. Si tratta di una opportunità cruciale per il nostro tessuto produttivo, composto perlopiù da artigiani, micro e piccole imprese che solo on line potrebbero rivolgersi al cosiddetto sesto continente, il mercato sul web, composto da oltre tre miliardi di utenti, destinati a diventare cinque nel giro di pochi anni”.
“Consapevole che le piccole imprese hanno bisogno di un forte sostegno, la CNA – sottolinea – ha avviato un processo di contaminazione digitale delle imprese per fornire agli iscritti informazioni e strumenti adeguati ad affrontare le nuove sfide del mercato. Ma non basta. C’è bisogno di stanziare risorse a favore delle imprese per stimolarle a imboccare questa strada. E’ molto importante che gli investimenti programmati sulle infrastrutture digitali vengano avviati rapidamente. Altrettanto importanti il voucher digitale e gli investimenti sulla banda ultra-larga. Il traguardo che dobbiamo porci, ambizioso ma alla nostra portata, è quello di portare, nell’arco di due anni al massimo, l’esiguo 10 per cento di imprese che vende on line ad almeno un quarto della platea imprenditoriale italiana, con una predominanza di piccole imprese. E’ un obiettivo credibile, consapevoli, come siamo tutti, che le produzioni italiane, per la loro qualità, dispongono – conclude Vaccarino – di una marcia in più della concorrenza e possono conquistare meglio di chiunque queste nuove praterie del commercio mondiale”.