Anche quest’anno la CNA provinciale di Ravenna ha riconosciuto il premio “Sviluppo e Occupazione” a dieci imprese associate che nel corso del 2016 si sono contraddistinte per aver sviluppato la loro attività attraverso un aumento della loro base occupazionale.

Per il quarto anno consecutivo è stata, inoltre, riconosciuta una menzione speciale per  premiare, quest’anno, due consorzi artigiani associati, Arco Lavori e CEAR, che si sono contraddistinti, nell’arco dell’ultimo decennio, oltre che per aver aumentato il numero dei lavoratori dipendenti, per aver consolidato la loro struttura attraverso l’acquisizione di lavori e servizi a favore delle imprese consorziate, prevalentemente artigiane, e per avere aumentato il numero dei soci.

Sono pertanto 12 le aziende premiate in questa diciannovesima edizione della manifestazione e  sono  oltre 260 le aziende che abbiamo premiato in questo periodo temporale.

Si tratta di un riconoscimento, per noi, importante e non formale perché le imprese associate oggetto del premio, dimostrano una volta ancora quanta vitalità, quanta forza e potenzialità sono racchiuse nel comparto dell’artigianato e della piccola impresa della nostra provincia.

E lo dimostrano soprattutto attraverso le loro performance di crescita qualitativa e quantitativa, la loro concreta capacità di affrontare le impegnative sfide dei mercati nazionali e internazionali, ma anche e soprattutto per il loro radicamento territoriale, cioè per il loro vero e profondo attaccamento al  territorio in cui operano producendo ricchezza e occupazione.

“Queste – affermano con forza Pierpaolo Burioli e Massimo Mazzavillani, presidente e direttore della CNA di Ravenna – sono le caratteristiche fondamentali di questo segmento di aziende – dell’artigianato e della PMI – che siamo fieri di rappresentare”.

“Lo dichiariamo con orgoglio – proseguono Burioli e Mazzavillani – perché tutto questo si è realizzato  in un anno, il 2016  che ha confermato un quadro, per la nostra economia, che permane ancora negativo ma con una leggera tendenza al miglioramento.

In questa situazione di costante difficoltà del nostro sistema economico il dato che ci preoccupa maggiormente riguarda la tenuta del sistema imprenditoriale, in particolare del segmento dell’impresa diffusa”.

Al 31 dicembre 2016 erano iscritte presso la Camera di Commercio di Ravenna 39.704 aziende: la flessione rispetto  al 31 dicembre 2014 è stata di  794 unità, con un tasso di variazione del -1,96%. Questo risultato particolarmente negativo è frutto della cancellazione d’ufficio di 543 imprese fallite prima del luglio 2006ome disposto dalla Corte di Cassazione. Senza cancellazioni d’ufficio il saldo, pur sempre negativo,  sarebbe stato più contenuto, -251 aziende(-0,61%). -La flessione del Registro Imprese nel periodo 2008/2016  è stata del 6,9%, -2.936 unità imprenditoriali.

Rispetto alla media generale provinciale l’arretramento dal comparto dell’artigianato è risultato più pesante . Nello stesso periodo le imprese artigiane si sono ridotte di 103 unità, pari al -0,95% (erano 10.674 le imprese artigiane iscritte all’Albo al 21.12.2016). Negli ultimi  otto anni il comparto ha perso complessivamente  1470 aziende, – 12,1%.

“Nonostante tutto, in questi anni difficili – evidenziano Burioli e Mazzavillani –  molte imprese hanno compiuto il miracolo, hanno resistito e sono riuscite a stare sul mercato. Oggi è indispensabile rimettere al centro dell’azione politica l’impresa da cui dipende il lavoro, riducendo su entrambi i fronti la pressione fiscale, ricollocandola in linea con le più competitive economie europee. Per questo bocciamo con forza la decisione del Governo di estendere il meccanismo dello split payment anche alle prestazioni nei confronti delle società partecipate dirette e indirette, contrariamente a quanto sollecitato dalla nostra Confederazione”.

“Questo provvedimento – spiegano i due dirigenti – è destinato a creare enormi problemi finanziari a numerosissimi artigiani e piccole imprese, per i quali il rischio di chiusura diventa reale dal momento che il Documento di Economia e Finanza  imporrà l’obbligo del visto di conformità a partire dai 5mila euro di crediti, una prestazione da chiedere ai professionisti che incide fino a un quinto dell’importo”.

“L’idrovora fiscale denominata split payment – sottolineano ancora Burioli e Mazzavillani – già sottrae alle imprese mediamente oltre nove miliardi l’anno. Con oneri finanziari quantificati dalla CNA in circa 325 milioni l’anno a carico di quanti sono costretti a rivolgersi alle banche per coprire il danno, ammesso che le banche decidano di erogare prestiti per garantire liquidità. Una fattura da capogiro a carico delle imprese che l’ampliamento del perimetro dello split payment farà lievitare in modo sensibile. Una operazione meramente finanziaria che non inciderà sulla lotta all’evasione IVA dopo l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica nei confronti della Pubblica Amministrazione e dell’obbligo delle imprese di comunicare tutti i dati delle fatture emesse e ricevute e delle liquidazioni IVA trimestrali.

La ripresa può avvenire solo ridando linfa all’economia reale e riteniamo che il Governo debba imprimere più velocità al piano di riduzione della pressione fiscale e di rilancio degli investimenti e dell’occupazione. Per ridurre il carico fiscale delle imprese sollecitiamo l’aumento della franchigia Irap, la deducibilità completa dell’Imu pagata dalle imprese sugli immobili produttivi e l’accorpamento di Imu e Tasi.

La nostra ripresa economica è ancora fragile con una previsione del tasso di crescita nel 2017 e nel 2018 tra i più bassi d’Europa.

“Perché se la crisi è ancora presente – aggiungono il Presidente e il Direttore della CNA – è altrettanto vero che ci troviamo di fronte a un sistema di piccole e medie imprese che sta resistendo con determinazione, che sta contribuendo alla tenuta economica del nostro territorio e alla sua coesione sociale. Alla creazione di questi risultati positivi aziendali hanno influito diversi fattori: il capitale umano, le capacità manageriali dei nostri imprenditori, il loro sistema relazionale, la voglia di innovare, di internazionalizzarsi e di rafforzare  le relazioni e i legami attraverso la costituzione delle reti tra imprese dei consorzi artigiani. E’ sicuramente fondamentale l’impegno che imprenditori  e associazioni stanno mettendo in campo per fronteggiare la crisi, ma oggi ci vuole soprattutto uno sforzo straordinario per accelerare il processo di innovazione del sistema politico e istituzionale del  Paese che deve passare, in primis, da un contenimento della spesa pubblica.

E ci vogliono risposte concrete e immediate per il sistema imprenditoriale su diversi fronti: contenimento della pressione fiscale, riduzione dei tempi di  pagamento della  pubblica amministrazione, semplificazione e snellimento burocratico, maggior accesso al credito”.

“Il nostro slogan – concludono Burioli e Mazzavillani – è ‘rimettere al centro l’economia reale per far ripartire la crescita del Paese’. Queste sono le sfide dell’oggi e del domani. Sfide complesse e  impegnative ma che devono essere vinte a tutti costi per portare il nostro sistema economico e sociale sulla strada di un rinnovato sviluppo”.

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