Mille iscrizioni e 1.458 cancellazioni. E’ racchiuso in questo saldo negativo (-458 imprese) l’andamento dell’artigianato abruzzese nei primi sei mesi dell’anno, secondo lo studio realizzato da CNA Abruzzo su dati del sistema camerale italiano diffusi da Movimprese.
Un dato, il peggiore degli ultimi quattro anni, che spinge la regione in fondo alla graduatoria nazionale e induce le associazioni che rappresentano il mondo della micro impresa, come la CNA, a chiedere alle istituzioni misure e politiche mirate, destinate alle imprese ancora in attività.
Secondo lo studio, le imprese artigiane attive in Abruzzo sono 29.448. La loro flessione percentuale è stata pari all’1,52%, con un valore superiore al decremento italiano, fermo allo 0,65%. La caduta si è distribuita in modo disomogeneo sul territorio regionale: peggiori risultati all’Aquila (-140) e Chieti (-144), che sono precipitare rispettivamente al terzultimo e sestultimo posto della graduatoria nazionale tra le 105 province d’Italia. Decrementi più contenuti si sono registrati a Pescara (-97) e Teramo (-77).
“La CNA, con le altre associazioni d’impresa –afferma Graziano Di Costanzo, direttore di CNA Abruzzo – ha da tempo denunciato la condizione di estrema gravità in cui versa il mondo della micro impresa e dell’artigianato in Abruzzo. Ed ha sollecitato misure di sostegno all’erogazione del credito per la trasmissione d’impresa, per le start-up, per la digitalizzazione, per l’internazionalizzazione e per l’export. Misure su cui ci siamo confrontati con i diversi governi regionali, utilizzando lo stesso metro e lo stesso linguaggio: quello dell’urgenza. Un appello che non sembra fare breccia, vista la lunghezza esasperante, talvolta biblica, legata all’iter di approvazione dei bandi e delle relative graduatorie”.
Tra i comparti dell’artigianato, si registrano saldi negativi nelle attività manifatturiere (-146) con pesanti cadute soprattutto nel Chietino (-52) e nel Teramano (-40), mentre altri segni “meno” sono arrivati nei trasporti (-46), nella riparazione di auto e di prodotti per la casa (-40) e nell’alimentare (-29). Tra i pochi dati in controtendenza, segno positivo solo per giardinaggio (+14) e servizi alla persona (+4).
Continua, infine, a perdere colpi il settore delle costruzioni, che ha fatto registrare un saldo negativo di 236 imprese, 156 delle quali localizzate tra Chieti e L’Aquila.
“Occorre dare sostegno e vigore a misure di rigenerazione urbana, come l’ecobonus e il sismabonus – conclude Di Costanzo – ha senso infatti mettere in sicurezza il patrimonio edilizio esistente, per riqualificare i nostri centri urbani. E questo può dare ossigeno alle micro imprese”.