La mancanza di liquidità a disposizione delle imprese può innescare un pericoloso effetto a catena di blocco dei pagamenti. È un meccanismo che deve essere interrotto immediatamente prima che la rottura dell’anello più debole determini l’estensione dello stato di crisi a tutto il sistema. È già accaduto nel 2008, potrebbe accadere amplificato ora.
Tutti i soggetti sono chiamati al rispetto dei termini di pagamento, in particolar modo la grande impresa e la Pubblica amministrazione, che continua a non onorare i termini perentori stabiliti per legge.
È necessaria una potente iniezione di liquidità da parte del sistema bancario, proporzionata al fatturato che le imprese avrebbero registrato in condizioni normali, in grado di consentire a tutti i soggetti che operano all’interno delle filiere produttive di far fronte agli adempimenti verso i fornitori.
Si tratta di una operazione straordinaria, ma indispensabile che richiederebbe, in prevalenza, l’erogazione di importi di piccola dimensione, assistiti da una garanzia pubblica gratuita.
Pertanto CNA chiede di elevare a 50mila euro l’ammontare dei crediti definiti di importo ridotto che possono godere così della procedura semplificata di accesso al Fondo di garanzia delle piccole imprese.
Quale amministratore di due micro aziende che hanno sempre onorato i propri impegni devo rilevare che già arrivano insoluti e proposte di allungare di mesi le scadenze dei pagamenti (per forniture effettuate da almeno 3 mesi e quindi non in odore di covid) principalmente da aziende medio/grandi.
Sarebbe il momento di prevedere per legge che chiunque non onori i propri pagamenti non possa avere accesso a nessun tipo di finanziamento altrimenti come sempre le grosse aziende continueranno a speculare ottenendo una gran riserva di liquidità accedendo a grossi finanziamenti e non pagando i fornitori che si troveranno a dover fare da banca fino alla chiusura.