La nuova strage degli innocenti. A definirla così è stato il Forum del Terzo settore della Lombardia, cuore dello stramaledetto incendio epidemico. Questa volta, però, gli innocenti non sono bambini, ma persone anziane, fragili e spesso portatori di disabilità. Persone che dopo una vita di lavoro, di impegno per gli altri, di sacrifici pagano anche negligenze e leggerezze altrui.
Le residenze degli anziani si stanno dimostrando ogni giorno che passa sempre di più come l’anello debole di una rete che rischia di rappresentare un nuovo innesco dalla forza dirompente per la diffusione del Covid19 e che già oggi rappresenta un focolaio per nuovi decessi.
Si moltiplicano, infatti, su tutto il territorio nazionale i casi di quarantena e di isolamento in comuni dove sono presenti case di cura e residenze per anziani nelle quali il virus dilaga fra ospiti, operatori sanitari e addetti.
Il nuovo fronte del contagio è in questi buchi neri diffusi da un capo all’altro dell’Italia. Zone rosse di malattia e grandi solitudini con i vecchietti chiusi all’interno senza nemmeno più il conforto delle visite dei parenti. E dove gli operatori delle strutture, che operano quasi a mani nude, magari sprovvisti dei presidi sanitari più efficaci, si ammalano in gran numero contagiando a loro volta parenti, amici, negozianti, vicini di casa.
Il Coronavirus, malattia della solitudine e della morte solitaria, spadroneggia nei luoghi della terza età, che rischiano di diventare moltiplicatori di contagio e lazzaretti infami, lancia l’allarme CNA Pensionati che, per bocca del segretario nazionale Filippo D’Andrea, invoca interventi immediati.
“Serve un protocollo nazionale urgente – sottolinea D’Andrea – altrimenti le residenze per anziani e le case di cura rischiano di rappresentare l’anello debole della prevenzione al propagarsi del contagio che stiamo così faticosamente contrastando”.
“Avanzare in ordine sparso da regione a regione – aggiunge – non è una buona idea. E’ bene che questi luoghi, da molti esperti definiti potenziali bombe biologiche, siano presidiati da medici e operatori sanitari preparati a contrastare il Coronavirus. E’ necessario siano anche dotati di apparecchiature per monitorare lo stato di salute degli ospiti, penso ad esempio ai saturimetri e agli ecografi portatili per controllare i polmoni. E poi è indispensabile che tutto il personale sia dotato di presidi di protezione efficaci e resti isolato dai familiari o da altri contatti sociali proprio per evitare – conclude – il diffondersi all’esterno dell’epidemia”.