“Il riavvio delle attività economiche va accelerato al massimo. Ripartire al più presto, infatti, non è l’ambizione o la pretesa degli imprenditori ma l’obiettivo condiviso da tutti quanti vogliono tornare alla vita, imprenditori e cittadini. E’ necessario allora che modalità e tempi della ripartenza siano definiti con estrema rapidità per consentire alle imprese di riorganizzarsi. Aprire non vuol dire rinunciare alla sicurezza, bene supremo. La legislazione italiana in materia è infatti all’avanguardia, tanto più dopo essere stata rafforzata dall’intesa tra le parti sociali il mese scorso. La sua attuazione non può essere affidata, però, all’esplosione di regolamenti specifici locali che accrescerebbero la confusione rendendo ancor più complessi gli adempimenti degli imprenditori e più difficile il ruolo degli organi di controllo. Piuttosto, va garantita la disponibilità immediata e senza limitazioni dei dispositivi di protezione individuale prescritti dalle norme in vigore, in grado di assicurare la sicurezza dei dipendenti come di artigiani e imprenditori. Nelle piccole imprese i titolari sono a loro volta coinvolti in prima persona nelle attività e non hanno interesse a rischiare la salute di nessuno”. Lo si legge in un comunicato stampa della CNA.
Ho la mia attività dal 1982 e in tutti questi anni, pur di fare ciò che era la mia passione di estetista e insegnante della mia scuola di estetica, ho affrontato tasse ,obblighi e abusivi che ci hanno portato a sopravvivere pur di non mollare. Ho pagato sempre tutto e tutti. Oggi per via di questa situazione che ci mette in ginocchio molti di noi non riusciranno più a riaprire. C come me! E altri dovranno purtroppo licenziare personale perché non ci saranno più gli incassi di prima. Io non vedo aiuti adeguati come altri stati che hanno finanziato le attività con somme a fondo perduto. Vedo un futuro drastico per tutte le piccole imprese! Alle perdite economiche di questi mesi, chi farà fronte? Siamo tutti disperati vedendo che futuro ci aspetta. Distinti saluti
Non capisco questa ostilità per la riapertura. Io sono una ditta individuale, sono in un cantiere per il rifacimento facciata 1000 mq con ponteggio dove al massimo siamo in due artigiani. Vedo qua nella zona industriale che non si sono mai fermati, con spogliatoi di 20 mq in cui si cambiano in 20 persone
Ho una attività nautica e sentendo cosa intende fare il Governo che vuole considerare l’apertura dei Cantieri Nautici tra gli ultimi, restrizioni ancor più severe per l’utilizzo dell’imbarcazione praticamente vietato, avremo come come unico risultato uno stop lungo tutta l’estate, quindi mi chiedo: come faremo a vivere non avendo più la materia prima e le imbarcazioni da ristrutturare? Forse loro si attendono che noi professionisti attendiamo forse questo autunno per ritornare a fare il nostro lavoro. Vorrei far presente che la distanza richiesta per noi che lavoriamo sulle barche diventa naturale per una questione logistica dovuta all’alaggio della barca stessa.