“Le imprese del trasporto persone sono allo stremo. Servono rapidi e tangibili interventi a loro sostegno. Altrimenti entro settembre il comparto perderà almeno un quarto delle imprese”.
A lanciare l’allarme in una nota è CNA Fita, che rappresenta a livello nazionale oltre 9mila imprese tra tassisti, ncc auto e autobus su un totale di circa 38mila imprese, in larga parte artigiane, con 40mila addetti e 70mila veicoli.
“Questo settore – prosegue il comunicato – ha subito, sta subendo e rischia di subire ancora a lungo gli effetti negativi della pandemia. Eppure è scarsamente considerato benché nella fase di emergenza, e tuttora, abbia operato con obblighi di servizio, come nel caso dei taxi, e in totale rimessa e fatturato a zero nel caso di ncc e autobus.
Pur comprendendo il forte stato di disagio delle imprese, abbiamo deciso di non aderire a nessuna forma di protesta, almeno in questa fase. Attraverso l’interlocuzione a tutti i livelli con le istituzioni ci auguriamo che le nostre proposte vengano accolte nella fase di conversione e di emanazione dei prossimi provvedimenti.
È necessario trovare soluzioni capaci di contenere le principali voci di costo e al tempo stesso lavorare su interventi in grado di stimolare una nuova domanda di trasporto, con forme di integrazione al Trasporto pubblico locale, e di aprire nuovi segmenti di mercato, come i servizi dedicati nell’ambito socio-sanitario, stanziando risorse specifiche e rafforzando le misure di sostegno in termini di ristoro a fondo perduto.
Il dramma che si sta prefigurando per le imprese non può essere sottovalutato. Le poche risorse a disposizione – conclude CNA Fita – vanno indirizzate con oculatezza per sostenere concretamente il settore”.
Buona sera mi chiamo Stefano Pazzaglia e sono un taxista che lavora da 33 anni nel comune di Cervia, prevalentemente in estate con il turismo. Il Covid-19 ha messo in crisi il fatturato nel secondo bimestre, calato del 70/80%. Anche nel terzo bimestre, maggio e giugno, il turismo non è ripartito. Speriamo in bene, ma se non si rivede la mobilità privata in favore di quella pubblica in Italia le cose non possono migliorare, lo pagherà soprattutto chi vivrà dopo di noi. Avremo sicuramente raggiunto elevati standard di vita, ma a scapito di un inquinamento fuori controllo e i risultati sono questi io spero che trovino delle soluzioni lungimiranti, grazie