Nonni e zii possono beneficiare del voucher baby sitting per prendersi cura dei propri nipoti. Possono quindi incassare il voucher anche coloro che fanno parte della famiglia. Lo ha chiarito una circolare INPS, la 73/2020, che ha stabilito la non applicabilità della presunzione di gratuità delle prestazioni di lavoro in ambito familiare. Nonni, nonne e familiari non devono però essere conviventi con il nucleo familiare dei bambini a cui il bonus viene riconosciuto.
Buone notizie, dunque, per le tante famiglie in difficoltà per le conseguenze della pandemia e alle prese con il ritorno al lavoro da conciliare con la gestione dei propri figli.
E proprio per dare una mano ai nuclei familiari con minori il decreto Cura Italia ha introdotto questa prestazione, il voucher baby sitting, in alternativa alla fruizione del congedo parentale straordinario COVID. Esso è stato poi prorogato dal Decreto Rilancio, che ne ha raddoppiato l’importo ed esteso l’utilizzo ai centri estivi, ricreativi per l’infanzia, oltre ad aver introdotto il periodo utile dal 5 marzo al 31 luglio in cui utilizzare il voucher stesso.
Chi può farne richiesta
Il Bonus, dunque, spetta ai genitori ma i beneficiari possono essere, appunto, anche nonni e zii. Possono farne richiesta i dipendenti del settore privato, iscritti in via esclusiva alla Gestione separata, i lavoratori autonomi iscritti all’INPS ed i lavoratori autonomi iscritti alle casse professionali. Per queste categorie l’importo del bonus è pari complessivamente a 1.200 euro, per nucleo familiare da utilizzare nel periodo 5 marzo 31 luglio 2020.
A questi si aggiungono i lavoratori dipendenti del settore sanitario pubblico e privato accreditato, appartenenti alle categorie dei medici, infermieri, tecnici di laboratorio biomedico e radiologia, operatori sociosanitari, i lavoratori del comparto difesa e sicurezza e soccorso pubblico impiegato per le esigenze connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Per loro sarà riconosciuto un bonus nel limite massimo complessivo, per nucleo familiare, fino a 2.000 euro.
I requisiti per richiedere i bonus
Il bonus è rivolto a tutte le famiglie (anche affidatarie) con un figlio minore di 12 anni alla data del 5 marzo 2020. Tale limite di età non sussiste per i figli portatori di handicap in situazione di gravità, purché iscritti a scuole di ogni ordine e grado o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale.
Il genitore beneficiario dell’agevolazione deve convivere con il minore per il quale ha richiesto il bonus. Inoltre nessuno dei genitori deve beneficiare di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa quali NASPI, CIGO, indennità di mobilità e simili. Ancora: nel nucleo familiare non deve esserci altro genitore disoccupato o non lavoratore e infine il richiedente non deve usufruire del congedo parentale.
Come fare richiesta
È possibile fare richiesta direttamente all’INPS ma se si vuole accedere alla prestazione, gratuitamente e con sicurezza, sono a disposizione i servizi di Patronato. Su www.epasa.it è possibile trovare la sede più vicina a casa propria e prendere appuntamento per effettuare la domanda. Gli operatori sono inoltre a disposizione per sciogliere ogni dubbio o incertezza. Molti chiarimenti sono fruibili anche sulla pagina Facebook del Patronato Epasa-Itaco dove si possono trovare diverse risposte on line.
Come arriveranno i soldi
La somma verrà accreditata direttamente sul conto corrente bancario o postale, su libretto postale, carta prepagata con Iban o bonifico domiciliato presso Poste Italiane, secondo la scelta indicata dal prestatore del servizio al momento della registrazione nel libretto di famiglia.