Un’ altra grande vittoria per la CNA. Il Tar del Lazio ha accolto le ragioni della Confederazione riguardo l’annullamento della distinzione negli elenchi dei restauratori, pubblicati a dicembre 2018 sul sito del Mibact, tra i diplomati della Scuola di Alta Formazione e chi ha acquisito il titolo a valle della procedura dell’art. 182 D.lgs. n. 42/2004.
Come si legge nella sentenza del Tar: “Se è quindi vero che il titolo di restauratore acquisito a valle della procedura di cui all’art. 182 D.lgs. n. 42/2004 è del tutto equivalente a quello acquisito, a regime, dal titolare di un diploma di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e restauro dei beni culturali non si vede sulla scorta di quali considerazioni logico-giuridiche il Ministero avrebbe dovuto:
- a) nel primo elenco, aggiungere l’annotazione circa il possesso, in capo agli associati dell’Organizzazione Restauratori Alta Formazione (cd. ORA), di un titolo di studio equivalente alla laurea;
- b) nel secondo elenco inserire siffatti associati insieme ai laureati;
- c) ovvero, addirittura, creare un elenco ad hoc, riservato esclusivamente ai diplomati S.A.F. ante DM n. 87/2009.
Trattasi di una pretesa che non ha alcun fondamento giuridico.”
Una sentenza che vede un ulteriore riconoscimento per tutti quei restauratori con qualifiche diverse dalla Saf.
“Crediamo che questa sentenza oltre a rappresentare un successo perché non crea binari separati, potrà avere valore anche negli appalti e contribuirà a definire la procedura di qualifica anche per i collaboratori restauratori”. Ha commentato Gabriele Rotini, responsabile nazionale CNA Artistico e tradizionale.
L’iter del riconoscimento dei titoli e delle qualifiche è durato per oltre vent’anni e la CNA continuerà ad adoperarsi con il Mibact per garantire la piena omogeneità di trattamento per tutti i restauratori e la valorizzazione della professione, la cui attività è fondamentale per la conservazione del patrimonio artistico italiano tra i più importanti al mondo.