L’Emilia Romagna imbocca con decisione la strada dell’artigianato 4.0, con particolare attenzione alle imprese femminili, giovanili e in zona montana. E lo fa con una misura ad hoc che, con uno stanziamento iniziale di 5,5 milioni di euro per contributi a fondo perduto, per la prima volta andrà a sostenere, da Piacenza a Rimini, la trasformazione digitale delle imprese artigiane che in regione superano le 125 mila unità.
L’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla ha presentato il bando nel corso di una conferenza stampa, alla quale ha preso parte, tra gli altri, il presidente di CNA Emilia Romagna, Dario Costantini.
Con questo bando la Regione punta a promuovere la digitalizzazione dei processi produttivi di imprese artigiane emiliano romagnole, con l’obiettivo di accrescere la competitività della singola azienda, ma soprattutto della filiera manifatturiera in cui essa è inserita. Un preciso sostegno alla realizzazione di interventi pilota in grado di innescare la crescita digitale nelle imprese di piccola dimensione. Innovativa è anche la modalità di affiancamento al progetto finanziato per assicurare un effettivo impatto: dovranno essere coinvolti i soggetti accreditati al network nazionale impresa 4.0 e in particolare i Punti impresa digitale (Pid), i Digital innovation hub (Dih) e i Competence center, attribuendo loro un concreto ruolo nel supporto delle imprese già durante la fase di preparazione della candidatura, per garantire la piena coerenza della proposta con gli obiettivi del bando.
Il bando è rivolto alle micro e piccole imprese artigiane con unità locale in Emilia Romagna appartenenti al settore manifatturiero o collegate in filiera con lo stesso settore: le domande dovranno essere presentate dal 13 al 20 aprile 2021 con apertura anticipata al giorno 8 aprile della piattaforma per l’avvio del caricamento.
“In tempi rapidi, così come ci eravamo impegnati con il settore dell’artigianato, siamo riusciti a mettere in campo una misura che non solo va a sostenere le imprese e i lavoratori nella ripartenza post pandemica, ma punta ad aumentare la qualità produttiva delle aziende e l’innovazione di processo e prodotto, fattori che saranno determinanti per il riposizionamento competitivo sul mercato – ha sottolineato l’assessore – Abbiamo rivolto una particolare attenzione alle imprese femminili, giovanili e della zona montana, per favorire una ripresa diffusa, che coinvolga anche le categorie più in difficoltà a causa della pandemia. In coerenza con la legge approvata, dopo questo primo bando prevediamo di incrementare le risorse allargando il ventaglio dei settori coinvolti e puntando sui tre filoni strategici indicati nel Patto per il Lavoro e per il Clima: digitalizzazione, internazionalizzazione e formazione”.
“Si tratta della prima volta in cui vengono assegnate risorse per l’innovazione alle sole imprese artigiane della manifattura – sottolinea il presidente della CNA regionale –Digitalizzazione, competenze e sostenibilità sono le tre parole chiave del prossimo futuro. L’applicazione di questi tre pilastri sulle nostre imprese artigiane è imprescindibile per sostenere la loro crescita. I nostri Digital Innovation Hub sono pronti ad accompagnare gli imprenditori della regione nel difficile percorso verso la ripartenza dell’intero Paese”.
Il bando
Saranno ammessi interventi diretti alla realizzazione di progetti di trasformazione tecnologica e digitale, finalizzati all’ottimizzazione dei processi produttivi e organizzativi interni all’azienda e della gestione dei rapporti con tutti gli attori della filiera di appartenenza. I progetti, che dovranno avere un budget minimo di 30mila euro e dovranno essere realizzati entro il prossimo 31 dicembre 2021 (salvo proroghe), avranno un contributo a fondo perduto del 40% della spesa ammessa (da 12 a 40 mila euro), che cresce di un 5% per imprese femminili, giovanili e in zona montana.
Si potranno effettuare spese per beni strumentali, software e relative licenze d’uso direttamente funzionali alla realizzazione dei progetti di trasformazione tecnologica e digitale; per l’acquisizione di consulenze per la definizione delle strategie di innovazione organizzativa, di processo e di direzione; finalizzate all’introduzione delle tecnologie abilitanti 4.0 o all’adattamento e alla connettività degli impianti, attrezzature e sistemi esistenti alle tecnologie abilitanti previste dal piano nazionale impresa 4.0; per i costi legati alla necessità di incrementare le competenze e le professionalità del personale coinvolto nei processi di innovazione tecnologica e digitale previsti nei progetti presentati, compresi i costi del personale (massimo 10% delle spese).