CNA, Abi e le altre associazioni datoriali hanno inviato una lettera alle istituzioni per chiedere di continuare a garantire la necessaria liquidità alle imprese. “La crisi sanitaria determinata dal covid – si legge nella nota – continua a incidere negativamente sulle attività imprenditoriali. Le rappresentanze delle imprese ritengono importante che il Decreto legge in corso di definizione contenga misure di semplice applicazione, che siano effettivamente efficaci e immediatamente operative, senza prevedere l’emanazione di una regolamentazione secondaria per la piena operatività.”
Con specifico riferimento alla liquidità delle imprese, le associazioni datoriali scrivono che “è necessaria una proroga delle cosiddette moratorie e che queste possano esplicare i loro effetti senza soluzione di continuità con quelle in essere. Inoltre, occorre che siano di automatica applicazione, evitando complicazioni burocratiche”.
“Dal lato dei finanziamenti garantiti – prosegue la nota – la prosecuzione della crisi, di particolare profondità soprattutto in alcuni settori economici, rende ineludibile una proroga delle misure del Dl Liquidità in coerenza con la proroga dal Temporary Framework. Inoltre, è essenziale, per scongiurare il rischio che le imprese vadano in difficoltà, che la durata dei finanziamenti garantiti venga significativamente prolungata mantenendo invariato il grado di copertura della garanzia pubblica così da prevedere incentivi adeguati ad allungare i piani di rimborso. La durata va portata ad almeno 10 anni, ma va considerato esistono settori particolarmente colpiti che hanno urgente necessità di interventi più incisivi, anche modificando le regole del Temporary Framework”.
“È poi necessario – scrivono le associazioni – che le modalità di accesso al Fondo di Garanzia Pmi e alle garanzie Ismea non subiscano delle modifiche almeno fino al 31 dicembre 2021, anche con riferimento alle imprese agricole e a quelle non rientranti nella definizione europea di piccole e medie imprese. Andrebbero comunque favorite le operazioni di rinegoziazione del debito, attraverso idonei strumenti di garanzia offerti dal Fondo di garanzia per le PMI, Sace ed Ismea”.
“Infine – conclude la nota a firma CNA – occorre equiparare le condizioni di accesso alla ‘Garanzia Italia’ a quelle previste per il Fondo di garanzia Pmi e ampliare la possibilità di accesso alle misure di sostegno alla liquidità anche alle imprese ammesse a piani di ristrutturazione prima dell’avvio della pandemia e che si siano trovate in difficoltà a rispettare tali piani a seguito degli effetti dell’emergenza sanitaria”.