L’economia circolare è destinata ad avere un notevole impatto sui processi produttivi ma in Europa e soprattutto in Italia è ancora un fenomeno alimentato dalla spontanea iniziativa delle imprese. C’è un deficit da colmare in termini di indirizzi politici, strumenti incisivi di accompagnamento e diffusione di conoscenze e competenze. E’ quanto evidenzia la CNA in un articolo pubblicato sul quotidiano Il Foglio.
Allungare il ciclo di vita dei prodotti e ridurre i rifiuti al minimo non è un processo semplice e privo di costi e richiede la rimozione di barriere e vincoli. Per contribuire a dare impulso alla transizione il Centro Studi della CNA ha promosso un’indagine su un campione significativo di imprese per fotografare la situazione, osservare quanto l’economia circolare sia diffusa, quali benefici offre alle imprese e quali sono i fattori che ne frenano lo sviluppo.
Un dato incoraggiante è che un terzo delle imprese artigiane, micro e piccole ha avviato processi di economia circolare e un altro 13% ha programmato di attivarli nell’immediato futuro. Per il 50% del campione l’economia circolare è un fattore strategico, quasi l’80% la ritiene un generatore di esternalità positive per l’intera collettività e per il 71,4% rappresenta un forte impulso all’innovazione.
L’indagine della CNA analizza poi gli ostacoli che frenano lo sviluppo dell’economia circolare. Il principale ostacolo è la scarsa disponibilità delle necessarie competenze per il 37% del campione. Un dato che chiama in causa il sistema formativo e di diffusione delle conoscenze. Tra gli altri principali elementi ostativi figurano elevati investimenti per adeguare i processi produttivi (25%), le complessità burocratiche (20,2%), l’assenza di incentivi e agevolazioni (19%).
Altra criticità riguarda l’elaborazione da parte delle imprese di specifici indicatori per individuare, monitorare e gestire le opportunità connesse all’economia circolare. Soltanto il 10,6% che ha avviato processi di economia circolare elabora questo tipo di indicatori.
L’Italia ha conseguito buoni risultati ed è leader in Europa con il 19,3% di utilizzo circolare della materia rispetto al 12% della media UE ma i progressi da qualche tempo non sono più significativi. Per una accelerazione è necessario il pieno coinvolgimento delle micro e piccole imprese attraverso politiche chiare e coerenti con gli obiettivi della transizione, favorendo la conoscenza ed eliminando una serie di ostacoli a partire dal moloch della burocrazia.
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