CNA e le associazioni della filiera termoidraulica, dalla fabbricazione e distribuzione alla progettazione fino alla costruzione e installazione di impianti, appartenenti a uno dei comparti con le più alte potenzialità per il raggiungimento degli obiettivi della transizione ecologica e che sta contribuendo in maniera sostanziale alla crescita economica del nostro Paese, reclamano maggior stabilità in materia di bonus fiscali, ambito nel quale, negli ultimi mesi, sono state ripetutamente modificate le regole intervenendo talvolta anche sui contratti in essere.
La stretta sullo sconto in fattura e la cessione del credito contenuta nell’articolo 28 del Dl Sostegni ter, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, è solo l’ultimo e più lampante esempio di come si cerchi di affrontare un problema, quello delle frodi legate al meccanismo della cessione dei crediti, penalizzando la stragrande maggioranza delle imprese che lavorano seriamente e cercano di pianificare le loro attività su basi certe.
“Chiediamo con forza che quanto previsto dall’articolo 28 possa essere corretto al più presto. Sappiamo che potranno esservi modifiche nel corso dell’esame in Parlamento per la conversione in legge, ma abbiamo bisogno di certezze fin da subito perché l’impatto negativo lungo tutta la filiera è reale e si sta già facendo sentire – hanno dichiarato i portavoce delle associazioni della filiera – E’ indubbio che tutto ciò introduca incertezze tra gli operatori e blocchi un mercato che ha invece bisogno di chiarezza e semplificazioni, basti pensare che ancor prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del testo, molte imprese si sono viste rinegoziare le condizioni finanziarie inizialmente pattuite per la cessione del credito accusando notevoli perdite. Come ampiamente riconosciuto siamo nella ‘decade decisiva’ per contenere l’aumento della temperatura globale e abbattere le emissioni di CO2 e dobbiamo prioritariamente cercare di accelerare il tasso di riqualificazione impiantistica ed efficientamento energetico del parco immobiliare italiano, ancora oggi molto datato. Oggi sappiamo infatti che il problema non è l’offerta tecnologica, ampia ed eterogenea e vero punto di forza di tutta la nostra filiera, che l’Europa ci invidia, ma la consapevolezza da parte dell’utente finale di poter avere un ruolo nella sfida della transizione ecologica e di poterlo esercitare con strumenti di supporto semplici, tangibili e immediati”.
“Necessario fare maggiormente sistema tra chi opera lungo tutta la catena del valore e chi stabilisce le regole del settore perché, ancor più in un momento così delicato, i risultati si raggiungono solamente con una vera unità d’intenti. Al contrario il rischio è di introdurre interventi come quelli dell’articolo 28, che sono molto lontani dagli obiettivi auspicati. Per questo – concludono CNA e le altre associazioni della categoria – la filiera si mette a completa disposizione delle istituzioni non solo per quanto riguarda gli incentivi, ma per tutta la complessa partita della transizione energetica”.