Favorire artigiani e piccole imprese nell’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili può realizzare in poco tempo una riduzione dei consumi di gas pari a 2 miliardi di metri cubi l’anno. E’ quanto indica Sergio Silvestrini, Segretario Generale della CNA, in un articolo pubblicato oggi sul quotidiano Il Foglio, sottolineando la necessità di definire interventi mirati attraverso la semplificazione delle procedure e la dotazione di risorse che avrebbero positive ricadute per l’ambiente e per attivare ingenti investimenti privati.
Le sole piccole imprese manifatturiere hanno consumi energetici pari a 26 milioni di Tep, pari a tutto il gas utilizzato per riscaldare le nostre case. Convertire soltanto il 20% di quei consumi dal termoelettrico alle fonti rinnovabili consentirebbe un risparmio di gas pari a 6 miliardi di mc l’anno. Artigiani e piccole imprese rappresentano un potenziale enorme per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, teoricamente possono costituire un parco fotovoltaico da 60mila MW/h, tre volte la potenza installata in Italia. Realisticamente – scrive Silvestrini – in poco tempo si possono realizzare almeno 400mila piccoli impianti per l’autoproduzione da rinnovabili (oggi sono circa 140mila per una potenza di 6mila MW/h) con conseguente riduzione dei consumi di gas di oltre 2 miliardi di mc l’anno. Un contributo pubblico del 50% sul costo dell’investimento costerebbe circa 1,5 miliardi in tre anni. “Purtroppo artigiani e piccole imprese sono fortemente penalizzati – aggiunge Silvestrini – esclusi da tutte le misure di incentivazione per le rinnovabili che sono concentrate sulle famiglie e sui grandi impianti”, attraverso il sistema delle aste con risultati peraltro molto modesti. Invertire la rotta è una esigenza per il Paese.
Clicca qui per leggere l’articolo