“L’aggiornamento del prezzario e dei costi parametrici era un intervento atteso da tempo. Esservi giunti è importante e può dare maggiore tranquillità al settore. Servono, tuttavia, azioni di contesto perché la ricostruzione possa marciare speditamente.” Ha commentato con queste parole, Daniele Salvi, coordinatore del Team Sisma CNA Marche, la notizia della revisione del prezzario e dei costi parametrici per la ricostruzione post sisma, con un adeguamento fissato fino al +25% annunciato nella giornata di giovedì 28 aprile, dall’assessore regionale al Bilancio Guido Castelli.
In questo senso, l’impatto che ogni punto percentuale in più determina risulta piuttosto significativo: rispetto alla stima di 27,2 miliardi necessari per ricostruire, ogni punto di adeguamento equivale a 270 milioni di euro in più, con un aggravio che in base all’accordo di giovedì si attesterebbe intorno ai 6/7 miliardi.
L’ordinanza commissariale prevederebbe anche la rimodulazione dei contributi già concessi per opere avviate dal luglio dello scorso anno, che avevano avuto tramite l’ordinanza 118 un primo adeguamento del 6% per gli immobili privati e dell’11% per quelli di tipo produttivo. L’atto dovrà, inoltre, superare il vaglio della Corte dei Conti.
Tuttavia, nonostante la maggiore flessibilità concessa dall’adeguamento del prezzario, l’irreperibilità dei materiali e l’aumento dei prezzi e del costo dell’energia stanno mettendo in grave difficoltà le imprese, costringendo di fatto alcuni cantieri a fermarsi.
L’aumento del 25% sui costi di ricostruzione è senza dubbio un passo in avanti importante, ma per scongiurare il rischio di una paralisi del settore la CNA Picena evidenzia la necessità di porre un freno alla speculazione selvaggia a cui si assiste ormai da settimane attraverso un’azione sinergica, che veda in prima linea le istituzioni nazionali e quelle regionali coinvolte.
“L’ondata speculativa a cui stiamo assistendo nelle ultime settimane sta già ripercuotendosi sia sulle imprese che sui cittadini che da anni attendono risposte concrete sul fronte ricostruzione – ha affermato Francesco Balloni, direttore della CNA Picena. – Avvertiamo l’esigenza di porre al più presto dei limiti a questa assurda deregulation, che di questo passo porterà a spirali inflazionistiche sempre maggiori e a un blocco sempre più massiccio dei cantieri, coinvolgendo l’intera filiera delle costruzioni”.
Pur esprimendo soddisfazione per l’impegno profuso per il raggiungimento di un accordo particolarmente significativo per le imprese e per il cratere del Piceno, la CNA di Ascoli continuerà a monitorare la situazione per scongiurare ogni fenomeno speculativo che possa mettere a repentaglio il buon esito della ricostruzione, chiedendo ancora una volta di porre un tetto ai costi energetici, in virtù del fatto che la fiammata inflazionistica non si sgonfierà nel breve termine e che le risorse stanziate non sono illimitate.
“Per poter mettere in campo la professionalità tipica dell’imprenditoria picena – ha concluso Arianna Trillini, presidente di CNA Ascoli – le nostre imprese devono poter contare su regole eque e definite. Solo procedendo in questo modo le istituzioni potranno assicurare il giusto sostegno al processo della ricostruzione, dando ossigeno a un intero territorio che non vede l’ora di ripartire”.