Il Reddito di cittadinanza, introdotto nel nostro ordinamento dal decreto legge n. 4/2019, è una misura volta a contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale e, al tempo stesso, finalizzata all’inserimento lavorativo dei percettori.
Nel corso degli anni sono state numerose le denunce e le perplessità circa un utilizzo distorto della misura, che hanno indotto il Legislatore della legge di Bilancio 2022 ad apportare una serie di correttivi alla misura, con l’obiettivo di potenziare le leve di condizionalità a favore di un effettivo inserimento lavorativo.
Recentemente il Legislatore è tornato sul tema, prevedendo che le offerte congrue rivolte ai percettori di Reddito di cittadinanza – la cui mancata accettazione porta alla perdita del beneficio – possono pervenire direttamente dai datori di lavoro privati.
Si tratta di una misura positiva, che tenta di dare una risposta anche al problema della carenza di manodopera, fortemente presente in alcuni settori, e che rafforza la dimensione del Reddito di cittadinanza come uno strumento di politica attiva del lavoro.
Spetta ora al Ministero del Lavoro definire, con apposito decreto da adottare entro sessanta giorni, le modalità di comunicazione e di verifica della mancata accettazione dell’offerta congrua da parte dei datori di lavoro privati.