La nuova Area Studi e Ricerche della CNA Nazionale è stata creata nel marzo del 2022 ed incorpora il preesistente Centro Studi, operativo fin dal 2009. L’Area – che si incardina funzionalmente all’interno della Divisione Economica e Sociale della CNA – nasce con l’obiettivo di potenziare l’attività di studio, analisi e monitoraggio dei fenomeni socio-economici a supporto dei processi di rappresentanza in tutte le loro declinazioni.
I ricercatori presenti nell’area integrano competenze di natura economica e sociologica e operano con i principali strumenti della ricerca sociale (indagini desk e field, analisi di dati secondari, costruzione di scenari, stime e previsioni). I lavori sviluppati dall’Area (analisi congiunturali, descrizioni di specifici settori d’impresa, proposte tecnico-politiche, valutazioni d’impatto di provvedimenti legislativi, ecc.) vengono messi a disposizione del Segretario Generale e della Comunicazione, dei Dipartimenti nazionali, delle Unioni e dei Raggruppamenti.
L’attività svolta dall’Area riverbera su tutti i Territori, che hanno l’opportunità di acquisire e rilanciare le evidenze di ricerca di loro maggiore interesse. L’Area svolge inoltre un lavoro di razionalizzazione e sistematizzazione di tutti i centri di produzione di dati e informazioni presenti all’interno della CNA Nazionale.
Lavorano nell’Area
Marco Baldi
Responsabile Area Studi e Ricerche
baldi@cna.it
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Antonio Murzi
Responsabile Centro Studi
murzi@cna.it
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Giulia Mancinelli
Ricercatrice
mancinelli@cna.it
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Giovanna Costantini
Segreteria e Assistenza alla ricerca
g.costantini@cna.it
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La mission
Tutti i lavori di analisi settoriale e tutte le indagini a carattere tematico che vengono sviluppati dall’Area Studi e Ricerche mantengono un costante riferimento alle “grandi invarianti” che hanno sempre ispirato l’azione della CNA Nazionale, in primo luogo il riconoscimento e la difesa:
- del valore sociale (oltre che economico) che si origina della presenza e dall’operatività delle piccole imprese. Un valore che si apprezza nella vitalità, nella capacità autopropulsiva, nel livello di coesione sociale che permeano i territori ad alta densità di impresa;
- della cultura artigianale, come testimonianza di impegno nel lavoro e nella crescita personale. In un’epoca in cui aumenta la precarietà e la sfera lavorativa sembra perdere centralità nella vita delle persone, la cultura artigianale è elemento di ricomposizione tra impegno lavorativo, creatività, attivazione di energie soggettive.
- del tradizionale talento italico e della storica capacità adattativa delle piccole imprese italiane come “doti di sistema fondamentali” da valorizzare e da incanalare nella creazione di reti di relazione, di condivisione e di scambio;
- del recupero della dimensione territoriale dello sviluppo, anche nella prospettiva di un’economia che – dopo un ventennio di dominio assoluto dei flussi e delle filiere (interminabili, complesse, spesso rischiose) – comincia a rivalutare il valore del corto raggio, della selezione dei soggetti esterni con cui interloquire, dei luoghi in quanto piattaforme di lavoro, di condivisione valoriale, di proiezione esterna.