In vista delle elezioni del 25 settembre la CNA ha elaborato una serie di proposte, un decalogo da offrire al nuovo Parlamento che si fonda sul presupposto che la nuova legislatura sostituisca la cultura emergenziale con una ritrovata capacità di guardare le profonde trasformazioni che investono la società italiana, in modo da recuperare la centralità dei soggetti sociali, veri e propri connettori ai processi reali. Sul quotidiano Il Foglio, il decalogo della CNA sul quale la Confederazione ha invitato a un confronto i principali leader politici.
Due sembrano le attitudini da recuperare e sviluppare: 1) le grandi scelte strategiche, che dovrebbero essere costantemente valutate nei loro impatti sul nostro sistema economico e sociale; 2) l’azione di puntello e di valorizzazione del modello di sviluppo italiano, incentrato sul dinamismo e sulla vivacità della piccola impresa, dalle cui “vibrazioni” dipendono la crescita del Paese e conseguentemente l’occupazione, la stabilità e la coesione del sistema sociale. Solo in questo modo potremo “abitare” le grandi transizioni (ecologica e digitale) anziché subirne passivamente gli effetti.
Per la CNA questa è la via corretta per comporre un’agenda delle priorità nazionali da collocare nel solco degli obiettivi europei. L’Europa rimane la nostra casa comune, punto di approdo e di partenza irrinunciabile. Per questo è necessario un nuovo Patto sociale per concertare le soluzioni di tenuta e rilancio della struttura economica del Paese. Un Patto sociale che guardi alla crescita e all’aumento della produttività come garanzia per dare sostenibilità e stabilità all’Italia.
A questo riguardo è fondamentale coinvolgere i soggetti realmente rappresentativi, che nel tempo hanno dimostrato di saper coniugare interessi compositi in una dimensione più ampia della società, facendo prevalere lo sguardo generale. Un Patto che deve valorizzare il sistema dell’imprenditoria diffusa. Le piccole imprese infatti forniscono un contributo rilevante e irrinunciabile al benessere economico e sociale dell’Italia, che può essere rafforzato da condizioni di contesto favorevoli e da un ammodernamento della legge quadro per l’artigianato, al fine di superare in chiave evolutiva vincoli e limiti non più attuali. L’artigianato e le piccole imprese rappresentano un eccezionale patrimonio per l’Italia che non possiamo permetterci di disperdere. Servono, pertanto, politiche che favoriscano il passaggio generazionale d’impresa.
Sui principali quotidiani il nostro decalogo per le elezioni politiche