“Il quadro che emerge è certo molto ambizioso, le opportunità di spesa risultano davvero tante e la macchina degli appalti in moto” commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della CNA Sardegna e presidente di CNA Costruzioni, alla luce dei dati del Centro Studi della CNA Sardegna sugli appalti pubblici.
In base all’ultima rilevazione del Centro Studi della CNA Sardegna nel corso dei primi nove mesi dell’anno si è consolidata nell’isola la tendenza emersa già nel primo trimestre. Tra gennaio e settembre 2022 il mercato dei bandi di gara per lavori pubblici risulta quantificato in 480 gare, per un importo a base di gara di 8,9 miliardi: un valore pari al doppio di quanto appaltato in tutto il periodo 2016-2021. Si tratta di un livello di spesa eccezionale, risultato di una fase in cui si sono coniugate le risorse derivanti dal NGEU fund, attraverso il Pnrr, e la strategia di transizione energetica.
Nei primi nove mesi dell’anno sono stati infatti pubblicati 10 avvisi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nello specifico da diverse capitanerie di porto della Regione, relativi alle concessioni demaniali trentennali per la realizzazione ed esercizio di impianti eolici offshore.
L’importo complessivo di queste iniziative, pari a 7,8 miliardi, è da considerarsi indicativo e sottostimato in quanto per tre dei 10 progetti il relativo importo non risulta, al momento, noto.
Le 480 gare promosse nei primi nove mesi dell’anno (468 al netto delle gare Pnrr e per gli impianti eolici) indicano però una domanda che continua a ridursi (-5% o -7,5%). Secondo la CNA, quindi, si contraggono tutti i lavori più piccoli: gli appalti sotto i 500mila euro si sono ridotti del 22% in termini numerici e del 33% sul fronte economico rispetto ai primi nove mesi del 2021 In crescita i lavori di importo più rilevante: sopra il milione se ne contano 169 (157 al netto delle gare eccezionali) per un valore di 8,8 miliardi, che scende a 561 milioni (il doppio rispetto al periodo corrispondente del 2021) Declino generalizzato, invece, per il numero delle gare promosse dagli enti locali, a fronte di una crescita degli importi in gara: gli enti territoriali, che con 387 gare detengono l’81% della domanda (84% nel 2021), riducono la domanda quasi del 9%, mentre la relativa spesa risulta in aumento quasi del 74%.
“Il tema cruciale sarà quello dell’effettiva sostenibilità di progetti definiti in base a prezziari ben più bassi rispetto a quelli attuali– spiegano Porcu e Mascia – molto dipenderà dai tempi necessari per l’adeguamento dei quadri economici ai nuovi prezzari 2022, dalla complessità delle procedure per l’accesso e l’assegnazione delle risorse per compensare l’incremento del costo delle opere, della difficoltà di reperimento di materiali e manodopera nonché della complessità attuativa dei progetti del PNRR. Se con celerità non si adeguano le risorse per compensare opere definite con prezziari ben più bassi di quelli attuali sono a rischio la gran parte delle opere previste dal PNRR. Occorre inoltre rilanciare il mercato dell’edilizia privata: la Regione approvi con urgenza la legge che sostenga i processi di riuso e riqualificazione del costruito.”