La realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina può essere letta positivamente a condizione che l’opera sia inserita nell’ambito di un progetto più vasto di infrastrutturazione del Mezzogiorno, a fronte di un puntuale piano economico-finanziario e di un altrettanto chiaro cronoprogramma, nonché della garanzia che non vada a scapito di altri interventi, pur importanti di cui necessita il Mezzogiorno per uscire dalla sconfortante condizione attuale, definita dall’ISTAT come “il territorio arretrato più esteso dell’area euro. E’ quanto hanno espresso CNA e Confartigianato nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni ambiente e trasporti della Camera sul decreto per la realizzazione del ponte sullo Stretto.
Il collegamento tra Sicilia e Calabria rappresenta senz’altro un’opera prioritaria e di interesse nazionale in quanto è un passo importante anche per la riduzione del divario territoriale. Le grandi opere, hanno evidenziato le due confederazioni, inoltre sono sempre motore per altre infrastrutture e accelerano la riqualificazione dei territori.
Per le Confederazioni è apprezzabile recuperare parte del lavoro già realizzato oltre a superare il contenzioso con gli aggiudicatari degli affidamenti avviati tra il 2003 e il 2005. Resta l’esigenza di una puntuale verifica della sostenibilità economico-finanziaria del progetto.
Il progetto non deve essere letto come qualcosa a sé stante, bensì come un anello, anche se forse il più importante, di una catena di interventi per superare finalmente l’isolamento economico e sociale del Mezzogiorno.