“I costi che oggi come produttori di pasta sosteniamo sono connessi a rallentamenti delle catene di fornitura globali, e ciò significa aumenti dei prezzi dei trasporti e dei noli dei container, ma anche costi energetici e idrici ancora alti. L’Italia, inoltre, sconta una strutturale dipendenza di grano duro proveniente dall’estero, soprattutto Canada. Ecco perché in un momento storico come questo rafforzare i contratti di filiera diventa la priorità poiché si garantisce stabilità oltre che una equità dei prezzi lungo tutta la filiera”. Queste le parole di Paola Freccero, Presidente nazionale CNA Pastai, intervenuta ieri nella prima riunione della Commissione di allerta rapida di sorveglianza dei prezzi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. “Costruire un sistema eticamente equo deve essere obiettivo comune. Il consumatore italiano mostra un crescente interesse verso il consumo di pasta 100% italiana e noi, in ragione di ciò, chiediamo di essere tutelati per offrire ogni giorno un prodotto artigianale di qualità così come occorre aumentare la produzione di grano nazionale, remunerando in maniera adeguata gli agricoltori”, prosegue ancora la Presidente. Non c’è alcuna speculazione da parte della filiera sul prezzo della pasta proprio perché non esiste alcun automatismo per cui a una diminuzione del prezzo del grano corrisponde una diminuzione del prezzo della pasta sugli scaffali, occorrono da 6 ai 9 mesi prima che ciò avvenga. Infatti a giugno 2021, in presenza di un aumento considerevole del prezzo del grano e del concomitante aumento di costi energetici, materie prime non seguì un aumento del prezzo della pasta che rimase pressoché invariato. Il che vuol dire che il differenziale fu scontato dalle imprese della filiera.