Quanto significano le esportazioni per l’economia italiana. Quanto del fenomeno è rappresentato da artigiani, micro e piccole imprese. Come si può irrobustire la presenza all’estero del sistema Paese puntando sui piccoli e sulla loro capacità di adattamento. Sono quesiti ai quali risponde l’Osservatorio Export 2023, curato dall’Area Studi e ricerche della CNA, e dedicato a “Le piccole imprese e la sfida dell’export: le opportunità per crescere ancora”.
Claudio Giovine, direttore della Divisione economica e sociale CNA, in un editoriale pubblicato su Il Foglio, mette in evidenza alcuni elementi significativi emersi dall’indagine. Il 43,1% delle imprese che hanno realizzato vendite all’estero considera le esportazioni un fattore decisivo all’interno della loro equazione di business, un elemento costitutivo della propria attività, di fatto irrinunciabile.
Uno degli obiettivi dell’indagine, ricorda Giovine, ha coinciso con l’individuazione degli elementi di maggior criticità con cui le imprese esportatrici si confrontano: a livello generale emerge la forte difficoltà a reperire lavoratori con le competenze richieste, sul piano specifico dell’export i temi ritenuti più complessi sono relativi alle procedure doganali, all’individuazione di buoni partner commerciali e all’accesso alle misure di sostegno pubblico per l’internazionalizzazione. In relazione a queste ultime, le richieste delle imprese sono molto nette: prima di tutto un aiuto nella partecipazione alle fiere, ma anche misure ad hoc per riuscire a penetrare in nuovi mercati e infine un accesso agevolato al credito per l’export.
Per questi motivi, conclude il direttore della Divisione economica e sociale CNA, è assolutamente necessario che le piccole imprese vengano rassicurate e sostenute: il Paese non può permettersi di sprecare questa moltitudine di “Ambasciatori dell’Italia nel mondo”.
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