È in corso in questi giorni a Biella il 39° congresso della World Federation of Master Tailors organizzato dall’Accademia Nazionale dei Sartori e che vede tra i partner CNA Federmoda.
Il Congresso ha registrato un’ampia partecipazione internazionale con sarti provenienti da oltre 30 Paesi, dall’Argentina all’Australia, da Singapore a Mauritius, dalla Corea agli Stati Uniti. È stata presente anche una forte rappresentanza europea per seguire un ampio programma di iniziative che prevede sfilate, convegni e visite alle aziende tessili del distretto.
Tra gli appuntamenti di discussione e confronto c’è stato un momento dedicato al tema della sostenibilità, che ha messo in evidenza quanto il ‘su misura’ sia portatore di questo valore.
Per CNA Federmoda è intervenuto il responsabile nazionale, Antonio Franceschini, che ha presentato i numeri del settore in Italia e che consta di circa 4.900 imprese attive per circa 12mila addetti.
Franceschini nel suo intervento ha messo in evidenza come la sartoria italiana sia una delle eccellenze del Made in Italy, capace di rappresentare il nostro Paese nel mondo in maniera iconica. La moda italiana, da decenni leader nel panorama internazionale, deve alla tradizione sartoriale il valore aggiunto che la contraddistingue. Una produzione eccellente che trae le proprie origini dal forte radicamento nel territorio di cui esprime il vigore, l’estro creativo e la maestria.
“Una tradizione, quella sartoriale italiana, che, come CNA Federmoda riteniamo debba trovare adeguata valorizzazione e maggiori occasioni di promozione nel mondo anche attraverso l’attenzione delle nostre Istituzioni. Dobbiamo porre particolare attenzione anche a nuove aree geografiche, a economie emergenti che si stanno caratterizzando con fasce crescenti di popolazione con forte propensione al consumo di qualità”, ha evidenziato Franceschini.
CNA Federmoda ha da tempo messo in evidenza come, dopo anni di massificazione indistinta che ha coinvolto anche i prodotti di lusso, si stia assistendo a una crescente attenzione verso la sostenibilità. Ecco quindi che il prodotto “su misura” e “fatto a mano”, caratterizzato dalla forte attenzione al particolare, ai dettagli, con una cura estrema nella lavorazione che, però, non trascura la ricerca stilistica, ci ponga in una posizione privilegiata.
“Possiamo proporci verso i consumatori di tutto il mondo promuovendo questo modello di sostenibilità che trova nei sui asset qualità, durabilità e possibile riadattamento delle creazioni. Dobbiamo riportare le persone a dedicarsi momenti esclusivi, a soffermarsi ad apprezzare un tessuto, una pelle, un dettaglio di lavorazione, soffermarsi a ragionare con il maestro artigiano sul modello di capo da realizzare, far apprezzare l’intero percorso produttivo che porta al risultato finale”, ha continuato Franceschini. “Dietro a queste realtà produttive c’è sempre un contesto ambientale, culturale, storico, artistico, sociale che affonda le proprie radici nella grande tradizione delle botteghe del Rinascimento e che da sempre rappresenta la linfa vitale delle nostre produzioni artigianali”, ha sottolineato in conclusione.