Il turismo di Carnevale in Italia ha il vento in poppa. Grazie soprattutto alla riscoperta della tradizione. E, purtroppo, anche alla paura del Coronavirus che sta frenando le vacanze internazionali e, soprattutto, le trasferte in Asia. A registrarlo una indagine di CNA Turismo e Commercio condotta tra gli associati.
L’indagine si focalizza in particolare su sette città portabandiera del turismo “in maschera” italiano: Venezia, Viareggio, Fano, Ivrea, Putignano, Cento e Acireale. I dati, però, non sono relativi solo ai comuni direttamente interessati da importanti manifestazioni carnascialesche ma riguardano l’intero distretto territoriale, evidenziando una ricaduta positiva a macchia d’olio.
Traino internazionale
Nei sette territori esaminati le iniziative che culmineranno nel martedì grasso 25 febbraio 2020 sono destinate a movimentare un giro economico pari a 260 milioni di euro. Vale a dire il 13 per cento in più dell’anno scorso. Un risultato che non permette confronti con l’encefalogramma piatto mostrato dall’andamento del Pil italiano e con la stessa crescita del turismo nel 2019. L’incremento è anche sensibilmente superiore a quello registrato dal turismo di Carnevale fra il 2019 e il 2018 (+3,7%) e tra il 2018 e il 2017 (+5,6%). Quanto ai vacanzieri e ai pernottamenti emerge che a trainare il turismo di Carnevale, e quindi di un mese tradizionalmente poco vivace come febbraio, sono gli stranieri. Nel numero di turisti gli stranieri saranno poco più di 400mila contro i circa 400mila italiani, per complessive 800mila unità. Ancora più evidente lo stacco relativo ai pernottamenti: un milione e passa i pernottamenti degli stranieri, 900mila quelli dei nostri connazionali, per un totale di quasi due milioni.
Venezia in cima al podio
Con un giro d’affari stimato intorno ai 155 milioni la parte del leone – è proprio il caso di dirlo – la svolge Venezia, capitale mondiale del Carnevale fino alla caduta della Serenissima Repubblica, quando la festa fu soppressa dall’invasore francese. Nel dettaglio, 55 milioni la spesa turistica assorbita dalla ricettività, 45 milioni dalla ristorazione, 20 dagli acquisti, 15 dagli eventi e 20 per altre spese.
Viareggio damigella di lusso
Alle spalle di Venezia è Viareggio a piazzarsi al secondo posto per il movimento economico generato dal Carnevale. Per la fabbrica delle emozioni e del divertimento di bambini d’ogni età il giro d’affari legato ai festeggiamenti di quest’anno dovrebbe toccare i 70 milioni: 26 milioni per la ricettività, 20 per la ristorazione, 10 per gli eventi, otto per lo shopping e sei per altre spese. Il nucleo motore del carnevale versiliano è rappresentato dai carri allegorici che sfilano nel circuito ad anello del lungomare e mettono in mostra i tesori della capitale italiana dell’architettura Primo Novecento tra edifici liberty, decò, eclettici.
Dalle Alpi ai mari e alle isole
A pari merito seguono per movimento economico due storici Carnevale, che si tengono a Ivrea e a Fano rispettivamente. Le manifestazioni nel capoluogo del Canavese quest’anno dovrebbero muovere complessivamente 10 milioni di euro, grazie in particolare all’evento culminante: la Battaglia delle arance, celebrazione dell’orgoglio cittadino e delle virtù civiche alla quale arriva a partecipare oltre un milione di persone. Con un impatto economico che da Ivrea si allunga fino alla lontana Calabria, dalla quale di solito provengono le arance impegnate nella battaglia, il cui valore è calcolato intorno ai 250mila euro.
Il Carnevale di Fano è uno dei più antichi d’Italia. Documentato fin dal Trecento, fu sostenuto dai Malatesta e attirò l’interesse persino dall’estero fin dai secoli scorsi. Oggi è famoso per i suoi carri, per le esecuzioni di “musica arabita” (il jazz italiano, lo definì lo scrittore Guido Piovene appena ascoltò questa musica popolare) e per i numerosi dolciumi preparati per l’occasione.
Intorno ai cinque milioni è il movimento economico assicurato dai Carnevali di Acireale, Cento e Putignano, che hanno saputo a loro volta ritagliarsi un posto di rilievo tra le mete turistiche di questo scorcio dell’anno.