Studenti a lezione di “competenze soft”, per migliorare le relazioni nella vita ed entrare in modo più efficace nel mercato del lavoro. Questi i temi dell’intervento formativo organizzato da CNA all’Istituto Farina di Vicenza, nell’ambito delle iniziative promosse dalla Rete scolastica ‘Orienta-Insieme’. La mattinata, dal titolo Soft skills evolution, ha coinvolto di ragazzi delle classi terze, che hanno dialogato con Elisabetta Scala, responsabile Formazione CNA Veneto Ovest, e Katia Perana, HR Specialist CNA Veneto Ovest, sulle abilità personali e relazionali ricercate oggi dalle imprese. L’obiettivo è imparare a rendere più completo e al passo coi tempi il proprio profilo professionale per trovare una via preferenziale di accesso a un giusto futuro occupazionale.
Il confronto ha ruotato attorno ai dati dell’ultimo focus sulle professioni e sui contesti occupazionali realizzato dalla Camera di Commercio di Vicenza.
“Cresce il fabbisogno occupazionale – ha osservato Elisabetta Scala – ma resta il mismatch tra preparazione al lavoro e necessità delle aziende. E questo perché a un’offerta didattica strutturata per accrescere competenze “forti” manca il giusto contesto in grado di sviluppare relazioni, confronto e doti interpersonali di base. Soprattutto in una generazione che ha perso moltissimo da questo punto di vista negli anni del Covid”.
Stando ai dati dell’analisi, le competenze trasversali ricercate dalle imprese locali riguardano l’approccio ecosostenibile (fondamentale per il 60% delle imprese) e il digitale (53%). Le percentuali salgono notevolmente se poi si considerano aspetti come flessibilità e adattamento (96,1%) ma soprattutto doti come il lavoro di gruppo (86%), il problem solving (80,7%) e la capacità di comunicare in italiano informazioni dell’impresa (63,7%).
“E per molte realtà lavorative – ha aggiunto Katia Perana – queste abilità sono più importanti anche della padronanza di lingue straniere o di specializzazioni 4.0. Le soft skills sono direttamente correlate al modo di essere con sé stessi e con gli altri, e diventano fondamentali perché danno valore alla persona e all’azienda, migliorando qualsiasi contesto lavorativo”.
Attraverso le soft skills, insomma, aziende e professionisti del domani possono iniziare a guardare lontano insieme.
“Tanto più che le posizioni ricercate – conclude Scala – sono per il 40% collegate a ruoli apicali all’interno dell’azienda. Ciò significa che alle giuste condizioni i talenti in entrata hanno tutta la possibilità di scalare rapidamente le gerarchie aziendali, tipicamente più dinamiche proprio nelle attività di territorio”.