“Ricostruiamo la filiera del legno”: è il focus dell’evento CNA organizzato a Longarone all’interno della cornice della Fiera Arredamont, mostra nazionale dell’arredare in montagna che giunge quest’anno alla sua 45esima edizione.
Un momento di approfondimento sulla complessa filiera del legno, partendo dalle politiche ministeriali sul tema illustrate dal direttore generale delle foreste del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Alessandra Stefani. “È fondamentale – ha evidenziato Stefani – l’integrazione con i territori e le politiche ministeriali ed europee per mettere in rete tutti i soggetti della filiera del legno. Quando si lavora al centro ascoltando i territori, si riesce a creare un circuito virtuoso e il ‘cluster Italia foresta legno’ ne è l’esempio“.
Nel corso dell’evento è stato presentato il rapporto CNA per il rilancio della filiera del legno. Frutto della collaborazione con l’Etifor, spin-off dell’Università degli studi di Padova, ed illustrato da Nicola Andrighetto, il documento ha fornito una fotografia delle principali caratteristiche e potenzialità del settore.
Il nostro Paese ha la più grande infrastruttura verde purtroppo poco valorizzata dal punto di vista economico e produttivo. Più del 30% del territorio nazionale è costituito da foreste, utilizzate in prevalenza come legna da ardere. L’80% del fabbisogno di legno per l’industria manifatturiera italiana è coperto, infatti, dall’importazione della materia prima.
La nostra dipendenza dall’estero deriva principalmente da due fattori: una scarsa gestione attiva delle foreste e un impoverimento del settore della prima lavorazione del legno. La scarsa gestione delle nostre foreste è un problema atavico. L’orografia e la morfologia del nostro territorio certo non aiutano. Oltre due terzi delle foreste italiane si trova ad una quota superiore ai 500 metri dal mare e oltre il 44% su superfici con pendenze superiori al 40%. In aggiunta le proprietà forestali sono molto frammentate e di dimensioni ridotte, pertanto, nella stragrande maggioranza dei casi rendono nulli i benefici economici derivanti dalle operazioni forestali.
Le imprese di utilizzazione forestale e di prima trasformazione del legno scontano uno scarso livello di meccanizzazione e risultano, pertanto, impreparate ad affrontare eventi catastrofici, come la tempesta Vaia. Risultano, altresì, in continua diminuzione e spesso sono costrette a cimentarsi con la burocrazia per ottenere i permessi di taglio.
Viviamo, pertanto, il paradosso che il nostro Paese è un gigante nella seconda lavorazione del legno (produzione di mobili, infissi, parquet, prodotti cartari) e un nano nella prima lavorazione del legno.
“L’appello lanciato dalla CNA si pone l’obiettivo di costruire tutte le condizioni necessarie per far raggiungere al nostro Paese la sovranità forestale: creare una filiera del legno virtuosa per avere una maggiore capacità autonoma di produzione di qualità – afferma Massimo Goti, presidente di CNA Legno e Arredo – E il punto di partenza per riconnettere in sinergia tutti i soggetti della filiera del bosco-legno nazionale è il ‘Cluster Italia foresta legno’, di cui siamo soci fondatori. Il nostro compito – continua Goti – sarà quello di far sentire la voce e i bisogni del mondo delle piccole e medie imprese artigiane per sfruttare al meglio la risorsa legnosa italiana su tutta la filiera, dal mobile, alla bioedilizia”.
Carlo Piemonte, direttore del Cluster Italia foresta, ha illustrato la mission del cluster: portare nuovo valore alle filiere economiche nazionali attraverso un maggiore utilizzo del legno italiano, diffondere ricerca e innovazione di settore, partecipare allo sviluppo dei territori forestali condividendo best-practice. “Ad un anno dalla pubblicazione della Strategia Nazionale Forestale il nostro Paese si pone, così, all’avanguardia in Europa sul tema foreste”.
Gianantonio Da Re, europarlamentare e membro di ENVI – Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, ha evidenziato il lavoro che l’Italia sta facendo in ambito europeo per incentivare le imprese del primo anello della filiera. Fautore di una interrogazione parlamentare in ambito europeo, Da Re ha evidenziato che è necessario tutelare produttori e artigiani europei, partendo dalla materia prima.
In conclusione le imprese venete e bellunesi hanno evidenziato l’urgenza di agire subito per fare rete e riuscire a portare alle micro e piccole imprese opportunità di investimenti, così da rendere effettiva la filiera del legno in tutte le sue parti. Hermann Sala, presidente CNA Legno e Arredo Veneto e CNA Belluno, ha aggiunto: “Se vogliamo sfruttare di più il nostro patrimonio forestale non possiamo pensare di fare ancora affidamento sulle segherie di altri Paesi: la tempesta Vaia e le restrizioni legate alla pandemia, con gli aumenti delle materie prime, in questo senso, ci hanno dato qualche insegnamento”.
Fondamentale, come evidenziato da tutti i relatori, è puntare, infine, sui giovani cercando di attrarre le nuove generazioni verso il mondo dell’artigianato che ruota attorno alla lavorazione del legno e ai suoi molteplici impieghi. Questa deve essere anche la missione del cluster: far conoscere la realtà economica e produttiva che ruota intorno al legno per non perdere quelle competenze e conoscenze dei mestieri di questo settore e continuare ad alimentare il nostro made in Italy.