La crisi innescata dalla guerra in Ucraina colpisce duro il settore della metalmeccanica che solo in Toscana conta ben 11mila imprese e 100mila addetti, in un Paese come l’Italia che è il secondo in Europa per la produzione metalmeccanica e vanta 122mila imprese con 1 milione e 600mila addetti e un’esportazione che si aggira sui 200 miliardi di euro. “Sui territori di Prato e Pistoia – sottolinea il presidente territoriale di CNA Meccanica, Leonardo Fabbri – CNA ha evidenziato in ogni occasione e a tutti i tavoli istituzionali l’impatto pesantissimo innescato sulle imprese dalla guerra in Ucraina, identificando nell’esplosione dei costi energetici e delle materie prime, e nella riduzione del Pil prevista per il 2022, i maggiori problemi ai quali gli imprenditori si trovano a dover far fronte. Secondo l’Irpet, l’Istituto regionale programmazione economica della Toscana, la meccanica è il settore dell’economia toscana con la maggiore esposizione alla domanda russa (8,7%) e, di fatto la produzione industriale in provincia di Prato e Pistoia è rimasta ferma a due anni fa, a fronte di una situazione regionale in crescita. Basti pensare che le esportazioni 2021 da Pistoia sono scese del -5,4%, contro un +24,1 registrato dalla Toscana solo nell’export dei mezzi di trasporto. Di conseguenza il livello di produzione dei primi del 2022 che faceva intravedere una ripresa post-pandemica grazie allo sforzo delle imprese, rischia di bloccarsi nuovamente per i nodi registrati nel primo trimestre 2022: bollette fuori controllo, costi della logistica, rincari e scarsità di materie prime e inflazione”.
Su simili dinamiche macroeconomiche, difficile vedere uno spiraglio nel breve termine, e di pari passo si sta anche accentuando il fenomeno del mismatch e della difficoltà di reperire addetti e competenze, come emerso dall’indagine realizzata dalla Confederazione. Su questo punto però, prosegue Fabbri, “registriamo una nota positiva, visto che proprio sul tema delle competenze CNA ha raccolto l’impegno corale degli attori del territorio e ci sono molti progetti aperti e attivati che stiamo contribuendo a realizzare. Ad esempio, valutiamo positivamente la crescente attenzione che a Pistoia coinvolge gli ITS della meccanica. Come organizzazione abbiamo dato un contributo importante, grazie alla disponibilità della Fondazione ITS Prime, con un progetto nato sulla scia della nostra analisi dei fabbisogni e siamo soddisfatti di aver coinvolto oltre 30 aziende locali della meccanica. Un segno tangibile che, su progettualità concrete, le imprese non si sottraggono ai progetti formativi. Ora, con la prospettiva delle opportunità del Pnrr, diventa quindi centrale realizzare laboratori territoriali di formazione, moderni e innovativi, magari agganciati agli ITS, e Pistoia ha le carte in regola per realizzare questo obiettivo destinato alla formazione nel settore della meccanica, trovando spazi a disposizione di tutta la filiera formativa locale. Una prospettiva di questo genere metterebbe in condizione il sistema delle imprese di cogliere le opportunità per il futuro e mitigare almeno in parte i problemi che oggi gravano sul settore, complice la guerra in Ucraina”.