Si è svolta ieri, mercoledì 21 febbraio, l’iniziativa dal titolo “Le novità della Legge di Bilancio 2024, le modifiche ai bonus in edilizia e la riforma fiscale”, un approfondimento sui tre temi curato da CNA Ravenna.
Relatori di questo convegno sono stati Claudio Carpentieri, responsabile del dipartimento Politiche Fiscali di CNA Nazionale, e Luca Cantagalli, responsabile della sezione fiscale di CNA Ravenna. I temi sono stati introdotti dal presidente della CNA, Matteo Leoni, mentre le conclusioni sono state affidate a Massimo Mazzavillani, direttore generale di CNA Ravenna.
In apertura Leoni ha rimarcato come i temi affrontati siano di fondamentale importanza e con impatti rilevanti sulle imprese e sull’intero territorio. “Questa è una manovra con luci e ombre – ha spiegato Leoni sulla Legge di Bilancio – caratterizzata da una grande prudenza sulle risorse disponibili, non espansiva, con particolare attenzione all’equilibrio dei conti pubblici. Troviamo sicuramente dei lati positivi, come il rifinanziamento della Legge Sabatini, che favorisce gli investimenti delle piccole imprese, la conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi e l’aumento delle soglie dei Fringe Benefit e la riduzione dell’imposta sui premi di risultato. Valutiamo, tuttavia, negativamente l’introduzione dell’obbligo di assicurazione contro le calamità naturali e lo stop repentino al Superbonus senza una vera e efficace exit strategy. CNA aveva chiesto almeno una proroga per le zone colpite dall’alluvione, vista l’oggettiva difficoltà a terminare i lavori, ma anche questa è stata negata. Sappiamo che l’alto debito pubblico e il deficit in salita riducono le risorse disponibili, per questo è fondamentale fare le scelte giuste per sostenere la crescita economica e sviluppo con pochi provvedimenti ma d’impatto”.
Ha, in seguito, preso la parola Claudio Carpentieri che, nel suo intervento, ha approfondito alcune questioni di grande importanza, come l’aumento della ritenuta sui bonifici parlanti dall’8 all’11%, la riforma dell’Irpef attraverso la rimodulazione delle aliquote, che però non agisce in maniera equa su tutte le categorie di lavoratori, penalizzando in particolar modo i lavoratori autonomi, e sul concordato preventivo biennale, strumento di compliance non privo di criticità.
L’intervento di Luca Cantagalli, invece, si è concentrato sull’obbligo di assicurazione contro le calamità naturali, di cui le imprese dovranno dotarsi entro il 31 dicembre 2024, sulla rimodulazione del bonus Barriere Architettoniche, di cui sono stati modificati i requisiti d’accesso e sul nuovo Superbonus.
Ha concluso l’iniziativa Mazzavillani che ha sottolineato che in Italia si tende a discutere della Legge di Bilancio, che interessa circa il 2 o 3% del bilancio generale dello Stato, ma non si mette mano al bilancio generale per liberare risorse al fine di fare sviluppo per il sistema imprenditoriale ed economico. Questo non aiuta a fare scelte coraggiose: di fronte a una catastrofe come l’alluvione dello scorso anno non è possibile pensare di risolvere la situazione con obblighi e imposizioni, perché viene meno il principio di sussidiarietà dello Stato stabilito anche dalla nostra Costituzione.
“Sulla questione Superbonus e Bonus in edilizia vari, stiamo assistendo a una demonizzazione attraverso una comunicazione parziale dei risultati conseguiti – ha sottolineato Mazzavillani – Ci si limita, infatti, a ‘urlare’ quanto pesino sui conti dello Stato senza ricordare quante entrate in più portino nelle casse dello Stato e quanto incidano favorevolmente sul mantenimento conservativo degli immobili e sul risparmio energetico. I bonus in edilizia, con il giusto peso, sono uno strumento eccezionale per sostenere il settore delle costruzioni, per aumentare le entrate nelle casse dello Stato e per migliorare le abitazioni con particolare attenzione all’efficientamento e al risparmio energetico. Le nostre richieste di proroga, in particolare nei territori alluvionati, però, sono rimaste inascoltate. Siamo, infine, molto preoccupati dall’aumento delle ritenute sui bonifici parlanti che passano dall’8 all’11%, un’operazione non equa, che non tiene in considerazione la carenza di liquidità nelle imprese, alle prese anche con una contrazione di affidamenti da parte delle banche”, ha concluso il direttore di CNA Ravenna.