Dal 14 aprile e per tre giorni, Via Margutta – la storica via romana dedicata all’arte e all’artigianato – si trasforma in un laboratorio a cielo aperto in occasione della quinta edizione del “Margutta Creative District”. Il progetto, ideato da Grazia Marino e Antonio Falanga, è promosso da Spazio Margutta e CNA, con il patrocinio dell’assessorato ai Grandi eventi, sport, turismo e moda del Comune di Roma. L’iniziativa rientra inoltre nel programma ufficiale della Giornata Nazionale del Made in Italy, istituita dal ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Un vero e proprio distretto creativo dedicato al meglio del “fatto a mano” italiano: un patrimonio produttivo che unisce perfezione tecnica, ricerca stilistica e passione per il bello. L’iniziativa punta a valorizzare il “saper fare” che rende le imprese artigiane, medie e piccole, un vero tesoro culturale, sociale ed economico del nostro Paese.
A inaugurare il “Margutta Creative District” è stato il convegno “Il valore del Made in Italy”, primo dei tre appuntamenti in programma. A discutere del significato e delle prospettive dell’artigianato contemporaneo sono intervenuti Elena Balsamini, presidente CNA Artistico e Tradizionale, Massimo Goti, presidente CNA Legno e Arredo, Antonio Franceschini, responsabile CNA Federmoda, e Andrea Cartney del dipartimento di Storia, Antropologia, Religione, Arte e Spettacolo dell’università “La Sapienza”, moderati dalla giornalista Fabiana Giacomotti.
A delineare le sfide concrete del settore è stato Massimo Goti, che ha evidenziato la difficoltà affrontate dall’artigianato. “Oggi l’artigianato fatica a competere sui mercati – ha spiegato – e soffre per la carenza di manodopera e di ricambio generazionale. I giovani sono poco attratti: ce ne accorgiamo dai corsi di formazione che promuoviamo, ai quali si iscrivono in pochi. Dobbiamo restituire valore ai mestieri artigiani, mostrando che possono essere soddisfacenti tanto quanto le professioni intellettuali.”
Un messaggio rafforzato anche da Elena Balsamini, che ha messo in luce il valore culturale ed estetico dell’artigianato. “L’artigianalità ha la stessa radice dell’arte – ha evidenziato – ogni prodotto è unico, a differenza di quello industriale, sempre uguale a se stesso. Oggi più che mai è fondamentale fare rete e collaborare con altre realtà. Ho imparato il mestiere ‘sporcandomi le mani’, mentre ora i giovani tendono a formarsi all’università e solo dopo ad avvicinarsi a un mestiere. Bisogna diffondere l’idea che anche l’artigianato è cultura.”
Nel suo intervento, il professor Andrea Cartney ha posto l’attenzione sull’equilibrio tra formazione accademica e apprendimento manuale: “Siamo un Paese di benessere relativamente giovane, con il mito del figlio laureato. Ma possiamo davvero fare a meno degli artigiani? La verità forse sta in un nuovo equilibrio: percorsi che siano al tempo stesso una laurea e una professione, integrando pratica e teoria.”
Un concetto ripreso e rinvigorito dalle parole di Antonio Franceschini, che ha sottolineato l’importanza di recuperare la cultura della manualità: “Le imprese hanno bisogno di professionalità manuali, ma altamente qualificate. È urgente rilanciare l’artigianato, ribaltando la percezione che lo lega a qualcosa di poco curato. Da anni creiamo format dedicati ai giovani, soprattutto nel mondo della moda, per stimolare interesse e vocazione.”
Al “Margutta Creative District” 2025 la CNA conta su otto eccellenze artigiane provenienti da tutta Italia: una selezione di oggetti di moda, di gioielleria e di design di aziende del settore capaci di far rivivere quella tradizione del saper fare italiano tipico delle piccole e medie imprese. Nel dettaglio, per la Moda il brand Cardignan e Michaela Vargiu design; per il settore Artistico gli orafi Elena Bassetti Jewels, Giuliana Di Franco Gioielli, Roberto Intorre gioielleria contemporanea, Sicylui handmade jewerly; per la lavorazione artistica del ferro L’Officina di Luca Peppoloni; per l’interior design Goti Arredamenti.
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