Centodieci milioni di euro l’anno. A tanto ammonta il gettito complessivo assicurato alle casse della regione Abruzzo dalle addizionali applicate a Irpef e Irap, ovvero le principali imposte a carico di persone e imprese. Addizionali vecchie di anni, nate per risanare i conti traballanti della sanità pubblica abruzzese attraverso il sistema delle cosiddette ‘cartolarizzazioni’, ovvero la trasformazione dei crediti in titoli negoziabili: ‘balzelli’ che ora vanno aboliti visto che, a partire dal 2022, non sono più previste rate per questo intervento.
A chiedere di mettere fine al prelievo è un vastissimo ‘cartello’ di forze economiche e sociali abruzzesi, a cominciare dalla CNA.
Le rate annuali delle cartolarizzazioni a carico della regione Abruzzo sono state di circa 56 milioni nel 2020 e di circa 41 milioni nel 2021, generando un surplus di entrate nell’ultimo biennio, a favore della regione stessa, per oltre 100 milioni. A detta dei promotori dell’incontro odierno, non si comprendono dunque più le ragioni per cui questa tassa aggiuntiva, una volta raggiunto l’obiettivo, resti in piedi: da qui la richiesta di porre fine, a partire da quest’anno, ad ambedue le addizionali, per ridare almeno in parte a imprese e cittadini quella liquidità fondamentale ad alleviare parzialmente le difficoltà legate agli esiti, non ancora risolti della pandemia, e all’impennata notevole dei prezzi di materie prime ed energia che deriva ora anche al conflitto in corso tra Russia e Ucraina.