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Abruzzo, sempre più asciutti i rubinetti del credito

Abruzzo, sempre più asciutti i rubinetti del credito

Abruzzo, sempre più asciutti i rubinetti del credito

I cordoni del credito bancario continuano a restare ben cuciti per le micro imprese abruzzesi. Al 30 giugno scorso – si legge nello studio realizzato da Aldo Ronci per CNA Abruzzo – rispetto al 31 dicembre del 2023 mancavano all’appello ben 94 milioni di euro, che in valore percentuale vuol dire una flessione del 4,73%, ben più alta di quella nazionale. “Nel report elaborato su dati della Banca d’Italia – spiega Ronci – sono stati presi in considerazione dati riferiti ai cosiddetti ‘impieghi vivi’, ovvero i finanziamenti che le banche concedono ai propri clienti al netto delle sofferenze”.

Ma se Atene (la piccola impresa) piange, Sparta (la grande e la media impresa) certo non ride: con il risultato che il piatto piange per tutto il mondo dell’imprenditoria regionale. Qui i dati riferiscono che la caduta è stata pari a 292 milioni, con un valore percentuale al ‐3,83%, contro il 1,13% italiano. Sommando le perdite dell’insieme del mondo dell’impresa, si arriva a quota 386 milioni. A questo quadro della negatività non sfugge neanche il mondo delle famiglie consumatrici: perdono per strada a loro volta qualcosa come 39 milioni di euro nello stesso arco di tempo.

Al tirar delle somme, insomma, nel primo semestre dell’anno sono mancati complessivamente all’appello, tra imprese di varie dimensioni e famiglie, ben 425 milioni, con un valore percentuale (-2,25%) quasi doppio rispetto a quello medio nazionale (‐1,12%.). Con una media per impresa del credito erogato che risulta anche qui molto bassa: appena il 58% della media Italia.

In questo scenario a tinte fosche, tra i territori il decremento degli impieghi vivi si è distribuito in maniera disomogenea: perché se Teramo con 160 milioni e Pescara con 157 hanno registrato i valori più consistenti di caduta, L’Aquila con 71 ha annotato una flessione più leggera. Con Chieti dove invece spunta il risultato migliore (36 milioni di euro) grazie all’incremento ottenuto nel settore industriale nelle medie e grandi imprese.

“Chiaro che in questa condizione – commenta il direttore della CNA regionale, Silvio Calice – il sostegno pubblico alle imprese del nostro territorio, da parte della Regione, diventa un elemento non solo di crescita, ma anche di sopravvivenza. In questo senso, alcune settimane fa, è stata una buona notizia lo sblocco, da parte dell’assessorato alle Attività produttive, di fondi dedicati al sostegno della garanzia attraverso i confidi per i prestiti bancari: perché c’è ancora tanto da fare in questo senso. E consideriamo positiva anche l’istituzione da parte della Regione di uno specifico osservatorio, dedicato all’andamento del credito, in grado di monitorarne i flussi e di proporre soluzioni”.

Il quadro offerto dallo studio sul credito dice però che per il mondo dell’impresa abruzzese, nello stesso primo semestre dell’anno, all’allarme credito se ne sono aggiunti altri. Tra gennaio e giugno, infatti, le imprese hanno registrato una flessione di 238 unità, con un decremento percentuale dello 0,16%, in controtendenza con il dato nazionale che ha segnato invece un incremento dello 0,31%. Mentre l’export, che pure ha registrato un incremento di 106 milioni, è però di gran lunga peggiore di quello del primo trimestre del 2024.

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