La garanzia concessa dallo Stato non è stata usata dalle banche per aumentare i volumi dei prestiti e ha generato in Abruzzo un livello di finanziamento per impresa largamente al di sotto della media nazionale. Mentre il risparmio delle famiglie, al contrario, gonfia conti correnti e libretti di deposito che nelle province abruzzesi risultano ben più alti della media Italia. È quanto emerge dall’indagine sul credito in Abruzzo, realizzata per la CNA regionale da Aldo Ronci, che ne ha analizzato i volumi nel terzo trimestre del 2020.
“Tra il 30 settembre 2019 e il 30 settembre del 2020 – si legge nello studio – sono stati erogati complessivamente al sistema delle imprese abruzzesi, in grave crisi di liquidità, 10 miliardi e 968 milioni di euro, 2 miliardi e 647 milioni dei quali andati a piccole imprese. Di questi, però, ben un miliardo e 385 milioni è stato erogato attraverso i provvedimenti varati dal Governo con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ con una garanzia che arriva anche al 100% per i prestiti fino a 30mila euro: non poco, se non fosse per il fatto che proprio i finanziamenti garantiti dallo Stato hanno finito per compensare, seppure non di troppo, il decremento rispetto al periodo precedente di quelli ordinariamente erogati”.
Secondo CNA Abruzzo, quindi, le banche hanno usato la garanzia statale non per accrescere la massa di credito complessivamente concessa alle imprese, ma per sostituirla. Inoltre, rimane alto il gap tra l’Abruzzo, fermo al 59%, ed il resto d’Italia quanto a finanziamento medio concesso per impresa: 86.443 euro contro 147.482. Distanze, quasi abissali.
E a completare un quadro non certo favorevole alla causa del sistema produttivo regionale, ci si mette infine un ulteriore elemento, che invece stavolta rovescia la piramide, con il risultato di far schizzare verso l’alto la media regionale rispetto a quella nazionale: i depositi su conti correnti e libretti postali. Perché, spiega ancora la ricerca, i dati dicono che “il tasso abruzzese di incremento è stato ben superiore a quello italiano: 8,17% in più, contro una media Italia del 6,64%”. Nel terzo trimestre 2020, insomma, su libretti e conti correnti regionali sono arrivati 29 miliardi e 343 milioni, contro i 27 miliardi e 126 milioni di euro dello stesso periodo del 2019. Al contrario, nello stesso periodo, i prestiti nella regione hanno avuto un incremento di appena l’1%, contro un assai più robusto 4,4% di media nazionale.
“Con le nuove regole sul default in vigore dall’inizio dell’anno, se non saranno corrette – afferma il presidente di CNA Abruzzo, Savino Saraceni, – le imprese sono di fronte al rischio fallimento anche per poche decine di euro. Per questo continuiamo a chiedere ai nostri diversi interlocutori istituzionali, come la Regione, di potenziare tutti i canali che portino liquidità nelle tasche delle imprese. Canali che, secondo noi, sono legati fortemente al sistema dei confidi, in grado di intercettare una vastissima platea di piccoli e piccolissimi imprenditori altrimenti in difficoltà, da soli, di fronte al sistema delle banche”.