Nella provincia di Savona dove operano 225 regolari attività di estetica è diffuso in maniera preoccupante e massiccia il fenomeno dell’abusivismo in particolare nel settore della ricostruzione unghie, che vede persone prive di ogni requisito professionale e senza il rispetto di alcuna normativa fiscale e contributiva operare senza il possesso di alcun requisito.
Purtroppo occorre segnalare che vi è ancora poca consapevolezza da parte dei consumatori del rischio che corrono in termini di danno per la propria salute poiché si affidano ad operatori non qualificati che non rispettano i requisiti igienici e non sono in grado di offrire garanzie sotto il profilo dei prodotti e delle attrezzature utilizzate.
Di recente abbiamo visto proporre da candidati al prossimo Consiglio Regionale un’apposita legge che preveda la figura dell’onicotecnica, che si occupa cioè della ricostruzione ed applicazione di unghie artificiali per pura finalità estetica, attività di per sé non riconosciuta.
La scorciatoia proposta è quella di una “legge regionale” sulla scorta di un provvedimento, unico nel suo genere, della Regione Lazio valido solo su quel territorio regionale dove di fatto non esiste una specifica legge regionale che disciplini la formazione professionale dell’ONICOTECNICA, ma un semplice provvedimento su parere della Commissione Regionale per l’Artigianato del 2008, con relativo percorso formativo, dove si precisa che l’attività di competenza delle onicotecniche è di carattere esclusivamente decorativo. Per tutto quello che concerne la vera e propria ricostruzione unghie, essendo un’attivà che si applica sulla cute, rimane di competenza dell’estetista. La professione quindi può essere validamente esercitata solo da persone con esperienza di studio e di lavoro certificata come prescritto dalla legge Nazionale 1/90.
In realtà sono molte le persone che lavorano in casa o a domicilio dei clienti, dopo aver frequentato brevi corsi della durata di un paio di giorni, al termine dei quali vengono rilasciati generici “attestati”, che creano illusioni su questo genere di attività, traducendosi in costi e ripercussioni sulla collettività in termini di lavoro nero, irregolare, e di evasione fiscale e contributiva.
Anzichè indirizzarsi verso il rispetto della legge si andrebbe quindi ad aumentare inevitabilmente la confusione nel settore senza alcun rispetto delle imprenditrici estetiste che hanno investito tempo, studio e risorse nell’acquisire una qualificazione riconosciuta tramite una vera legge e valida su tutto il territorio italiano ed europeo, per lavorare in regola e alla luce del giorno, che già devono lottare contro un dilagante abusivismo fatto di persone non autorizzate che eseguono ricostruzione e quant’altro in casa o in spazi non autorizzati, a prezzi da concorrenza sleale che non possono garantire condizione minime di igiene, sicurezza e competenza professionale per gli utenti finali che sono i cittadini consumatori.
Gianni Carbone Sonia Marinelli Istituto Formativo La Verbena
Segretario Provinciale Cna Rappresentante Settore Estetica Cna Savona