«La riapertura di uno spazio di trattativa con la compagnia aerea Ryanair, accreditata dagli organi di stampa, rappresenta una buona notizia. Ma adesso è l’intero sistema istituzionale e produttivo d’Abruzzo che deve sostenere lo sforzo congiunto di Regione e Saga». Lo afferma il presidente regionale della Cna Abruzzo, Italo Lupo, secondo il quale è il momento di «mobilitare tutto “il sistema Abruzzo” per sostenere l’impegno economico necessario a scongiurare l’addio della compagnia low cost irlandese, che in questi anni ha consentito l’effettivo decollo dello scalo aeroportuale». In questa direzione, dice ancora Lupo, «appare convincente la proposta del presidente della Saga, Nicola Mattoscio, di prevedere nella gestione futura dello scalo, anche l’apporto di capitali privati, magari attraverso la nascita di un fondo dedicato. Non è infatti possibile, nelle condizioni date, immaginare che l’onere ricada esclusivamente sulle risorse pubbliche: se l’aeroporto, con i suoi collegamenti vitali con l’Europa è un bene comune, tutti devono contribuire alla sua gestione, sistema delle imprese incluso».
A detta di Lupo, d’altra parte, «questo modello viene indicato dagli assetti societari di altri scali – come Perugia o Parma, la sempre citata Ancona, solo per fare qualche esempio – dai volumi di traffico nettamente inferiori a quello pescarese, ma dai quali la compagnia irlandese non ha mai annunciato disimpegni presenti e futuri». Insomma, a detta della Cna, è impossibile prescindere in futuro da «un modello di gestione che coinvolga direttamente anche il sistema delle imprese, a cominciare da quelle turistiche, anche attraverso sigle e associazioni che le rappresentano, chiamate a un atto di responsabilità».
Secondo il presidente della confederazione artigiana abruzzese, infine, «deve essere riconsiderato anche l’apporto degli enti locali e di quelli economici, come le Camere di commercio – un tempo socie della Saga, prima che l’ultima ricapitalizzazione trasferisse alla sola Regione il controllo dell’aeroporto – alla vita dello scalo. Un atto di responsabilità anche questo, che deve coinvolgere soprattutto i sindaci abruzzesi nel loro complesso, chiamati magari a dismettere qualche spesa improduttiva e a investire sull’unica infrastruttura di eccellenza di cui dispone il territorio».