Il 25 marzo scorso, con l’applicazione del decreto del Ministero delle Politiche agricole (n° 1720/2013) e della delibera della Giunta regionale dell’Emilia Romagna (n° 1185/2015), scattava il termine per gli Agriturismi emiliano-romagnoli per completare il passaggio alla nuova classificazione turistica: da margherite a girasoli.

Si tratta di una norma che – ben oltre il semplice cambio di simbolo – ha introdotto nuovi criteri generali e una diversa procedura per la classificazione sia delle aziende agrituristiche che delle aziende che praticano l’ospitalità rurale familiare, insieme all’adozione del marchio nazionale ‘Agriturismo Italia’.

Tutte le imprese hanno dovuto provvedere obbligatoriamente a sostituire il precedente marchio regionale con il nuovo e, tramite auto-dichiarazione, proporre la nuova classificazione da 1 a 5 girasoli.

La nuova disposizione riguardava tutte le strutture ricettive agrituristiche  (camere, appartamenti o agri-campeggio) definendo anche nuovi requisiti per valutare la classe di appartenenza; requisiti sostanzialmente omogenei sull’intero territorio nazionale; non riguarda invece chi offre solo somministrazione di pasti.

La giusta operazione di unificazione della classificazione degli agriturismi, con un marchio unico nazionale spendibile all’estero, non è stata sufficientemente promossa dalle stesse strutture pubbliche – afferma Nevio Salimbeni di CNA Turismo Ravennae ad oggi si è rivelata soprattutto un’ennesima aggravio burocratico per le strutture agrituristiche della nostra provincia”.

“Spiace verificare – continua Salimbeni – che, a fronte dell’obbligo per le imprese,  non ha corrisposto per il momento alcun rinnovamento dell’attività promozionale da parte degli enti preposti: ad oggi né i siti dei principali comuni né quelli della promo-commercializzazione turistica locale e regionale hanno operato il cambiamento dei simboli o proposto campagne di visibilità.

“Gli Agriturismi in Emilia-Romagna sono oltre 1000, ben 92 dei quali si trovano nella nostra provincia, e cominciano a rappresentare un elemento caratterizzante della nostra offerta turistica di territorio. Occorre quindi – conclude il responsabile di CNA Turismo Ravenna – promuovere maggiormente questa tipologia di turismo, anche utilizzando il marchio unico appena approvato, e promuovendo così una parte importante del nostro territorio autenticamente rurale o collinare, rispondendo a una specifica domanda turistica molto forte che proviene dall’estero. Tutto ciò in linea con la nuova legge regionale, appena approvata in Regione, che ha istituito le destinazioni vaste (quindi territori diversificati) come elemento centrale della nuova strategia turistica. ”

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