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Agroalimentare – discussioni al Parlamento Europeo

TTIP: aggiornamento sui negoziati

La Commissione Europea ha pubblicato un rapporto dettagliato sullo stato dei negoziati in corso, mostrando dei buoni progressi in molti capitoli del TTIP, mentre rimangono da effettuare dei passi significativi su alcuni argomenti al fine di ottenere un accordo quadro entro la fine dell’anno. Il Commissario europeo per il commercio Cecilia Malmström ha tenuto a sottolineare la grande trasparenza che contraddistingue i negoziati condotti dall’UE. L’ultimo round negoziale si è svolto a New York dal 25 al 29 aprile e si può trovare il Rapporto su tutti i capitoli in discussione al seguente link. Tale pubblicazione ha avuto un grande impatto mediatico. Il fattore che più ha suscitato interesse è stato il rifiuto da parte degli USA di non utilizzare per i prodotti oltreoceano 17 denominazioni di vini europei, tra cui gli italiani Chianti e Marsala, il greco Retzina, l’ungherese Tokaj, il portoghese Madeira, lo spagnolo Malaga e i francesi Chablis, Sauterne e Champagne. La Commissaria europea Cecilia Malmstrom, in seguito alla divulgazione di queste notizie ha affermato che nessun accordo commerciale dell’UE abbasserà mai le tutele dei consumatori, la sicurezza alimentare o la salvaguardia dell’ambiente. Si è così pronunciato anche il Presidente della Repubblica francese François Hollande, per cui la Francia rimane fermamente contraria alle negoziazioni del TTIP. Quindi sebbene i progressi avvenuti nella consolidazione delle negoziazioni, rimane ancora molto lavoro prima che gli interessi europei possano venire soddisfatti e che si possa giungere ad una conclusione del Trattato.

Il settore bovino, in particolare, già preoccupato per il calo dei prezzi in Europa, richiama l’attenzione sui negoziati del TTIP, in quanto da alcuni studi tale settore risulta tra i più sensibili. Il mercato bovino statunitense, infatti, è molto più competitivo di quello europeo.

Ciò è dovuto alle economie di scala, alle pratiche ambientali e alla gestione manifatturiera, al benessere degli animali e agli standard di salute che sono differenti dai parametri europei.

Infine, la Commissione Europea in occasione del prossimo vertice del Consiglio Europeo, il 28 e il 29 giugno, chiederà ai leader degli Stati Membri la conferma del mandato a negoziare con gli Stati Uniti per quanto riguarda il TTIP. Questo gesto non ha solo un significato istituzionale, ma soprattutto politico in risposta alle intenzioni della Commissione Juncker. Lo stesso portavoce ha ribadito che la Commissione, come detto più volte dallo stesso Jean Claude Juncker, non accetterà mai di “sacrificare i principi dell’Unione europea sull’altare dell’accordo commerciale con gli Stati Uniti”.

 

Indicazione obbligatoria del paese di origine e del luogo di provenienza di prodotti quali latte e carne

L’indicazione obbligatoria del Paese d’origine o del luogo di provenienza di prodotti quali latte e carne è un tema sul quale da anni si cerca di sollecitare un intervento legislativo della Commissione Europea vista l’importanza per la tutela dei produttori e dei consumatori. A tal proposito il Parlamento ha votato diverse proposte di risoluzioni sull’etichettatura del Paese di origine; in quella del febbraio 2015, ha esortato la Commissione a presentare proposte legislative per rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine delle carni negli alimenti trasformati, al fine di garantire una maggiore trasparenza lungo tutta la catena alimentare e una migliore informazione dei consumatori europei. Tuttavia, la Commissione non ha ancora presentato tali proposte.

Come detto la Commissione ancora oggi non ha emanato alcuna Direttiva, ma si è limitata a scrivere una relazione su uno studio condotto per calibrare vantaggi e svantaggi dell’etichettatura obbligatoria.

In tale relazione viene riportato uno studio effettuato dalla Commissione per valutare i rischi che una Direttiva con obbligo di etichettatura potrebbe comportare ai produttori così come anche ai consumatori. In particolare sono stati valutati gli impatti e i costi/benefici nei casi dei due scenari possibili. Impatto sui consumatori. Nel complesso, l’etichettatura di origine tende a essere associata dai consumatori ad una serie di caratteristiche positive tra cui la qualità. I consumatori compiono la decisione di voler spendere di più andando a comprare quel prodotto etichettato per volere del produttore. Se questa fosse obbligatoria il prodotto sarebbe più caro e questo faciliterebbe la competizione con prodotti di paesi terzi che non hanno alcun obbligo di etichettatura e possono vendere il prodotto a prezzo più basso.Impatti economici. I nuovi obblighi di etichettatura comporterebbero costi aggiuntivi per gli operatori nel settore alimentare. I costi per l’etichettatura di origine del latte alimentare dipenderebbero dalle norme definite e delle caratteristiche di ogni impianto. Svantaggi per: il latte, il latte usato quel ingrediente per prodotto lattiero-caseari e altri tipi di carne (per consultare la tabella in cui sono riportati i dati accedere al seguente link a pag. 12). Questa relazione, tuttavia, non ha dissuaso i Parlamentari europei a votare, il 12 maggio, in favore di una risoluzione non vincolante, precisando che l’etichettatura obbligatoria renderebbe più trasparente la catena di approvvigionamento alimentare e aiuterebbe pertanto a mantenere la fiducia dei consumatori nei prodotti alimentari.

Il Parlamento UE ha di fatto chiesto che l’indicazione del Paese d’origine o del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte, di prodotti lattiero-caseari e di prodotti a base di carne, sia resa obbligatoria. È inoltre richiesto alla Commissione e agli Stati membri di valutare la possibilità̀ di estendere l’indicazione obbligatoria del Paese di origine ad altri prodotti alimentari mono-ingrediente o con un ingrediente prevalente.

Per permettere ai consumatori europei di essere meglio informati, in seguito allo scandalo della carne equina e di altri casi di frodi alimentari, e per migliorare la trasparenza in tutte le fasi della catena alimentare, nel testo si sottolinea che l’indicazione del Paese d’origine dovrebbe essere resa obbligatoria in tutti i prodotti trasformati a base di carne. Il testo è stato approvato con 422 voti favorevoli, 159 contrari e 68 astensioni. Il testo adottato è disponibile al seguente link. 8

 

Crisi del latte

I prezzi del latte negli ultimi mesi continuano a scendere, mentre la produzione è in continuo aumento. Per rispondere a questa situazione preoccupante gli allevatori possono decidere di ridurre la produzione, ciò accade però su base volontaria e gli Stati Membri sono autorizzati a ricompensare coloro che aderiscono alla riduzione. Il Ministro italiano dell’Agricoltura, Maurizio Martina, in occasione del Consiglio dell’Agricoltura e Pesca del consiglio dell’Unione Europea del 17 maggio c.a. ha messo in discussione le proposte della Commissione di incoraggiare la riduzione dei latticini per fermare la caduta del latte e dei prezzi dei latticini sul mercato. Il Ministro italiano ha affermato che in accordo con Francia, Germania e Spagna si sta lavorando a soluzioni per contrastare la crisi. L’Italia, in particolare, è uno dei Paesi che chiede alla Commissione Europea un finanziamento per incoraggiare la riduzione a fronte di una compensazione proveniente dall’UE. Martina nel suo intervento propone inoltre la costruzione di strumenti di medio periodo come l’OCM (Organizzazione Comune dei Mercati Agricoli) latte, con un budget dedicato e una strategia pluriennale che aiuti il settore a organizzarsi meglio.

Nel frattempo alcuni europarlamentari, tra cui l’On. Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale (AGRI), hanno presentato un’interrogazione sulla crisi del settore lattiero-caseario rivolta al Commissario UE all’Agricoltura e allo Sviluppo Rurale, Phil Hogan. Gli europarlamentari che hanno promosso l’interrogazione, sostengono che gli aiuti europei per 420 milioni di euro a sostegno della crisi del settore, in alcuni Stati Membri potrebbero diventare un incentivo alla produzione, di conseguenza vi è necessità di una proposta legislativa sulla gestione dell’offerta. Il Commissario Phil Hogan, preoccupato per la situazione ha richiamato ad un senso di responsabilità le aziende che continuano ad aumentare la loro produzione ed ha evidenziato, inoltre, come la crisi di questo mercato sia un fenomeno globale.

La Commissione AGRI del Parlamento ha altresì sentito alcuni gli esperti sulla crisi del latte, da questa discussione è emerso che le misure attuali sono insufficienti per risolverla ma non sono neppure emerse molte idee per alleviare la situazione attuale. Nella riunione del 27 giugno del Consiglio UE si discuterà sulle nuove misure per risolvere la crisi del latte e su altre misure per rafforzare gli agricoltori nella catena di approvvigionamento.

 

Glifosato: discussione in Parlamento Europeo

Gli esperti degli Stati Membri si sono riuniti il 17 maggio c.a. nel Comitato Permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (PAFF) della Commissione Europea per discutere con quest’ultima sull’autorizzazione del glifosato e votarne un eventuale rinnovo.

Questo erbicida è stato messo in discussione a seguito di una valutazione sulla pericolosità di questa sostanza attiva realizzata nel 2015 da parte dell’Agenzia internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione che lo ha classificato come “probabilmente cancerogeno”, anche se le prove sono limitate. La Commissione ha chiesto pertanto il parere dell’EFSA che invece a seguito di una valutazione del rischio e della pericolosità non ritiene la sostanza pericolosa per la salute umana. Il 30 giugno prossimo scade l’autorizzazione per il glifosato, inizialmente la Commissione aveva proposto un suo rinnovo per 15 anni scendendo poi a 9, senza alcune restrizioni sull’utilizzo, 9

Alimentare: De Castro, leggi chiare UE contro pratiche sleali. Il Parlamento Europeo ha votato in seduta Plenaria una Risoluzione che invita la Commissione a presentare proposte di legge contro le pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare nell’obiettivo di proteggere produttori e consumatori attraverso la richiesta di regole certe ed efficaci. Il Coordinatore del gruppo S&D della Commissione Agricoltura, Paolo De Castro, a seguito della votazione, afferma che è necessario fermare i ritardi dei pagamenti, le modifiche unilaterali ai contratti, i trasferimenti di costi di trasporto e garantire relazioni trasparenti tra agricoltori, fornitori e Piccole e Medie imprese.

 

– Agricoltura: il Parlamento chiede di assicurare i fondi e di proteggere i prodotti europei nei negoziati internazionali.

La Commissione sull’Agricoltura e lo Sviluppo rurale del Parlamento Europeo, durante la seduta plenaria di Strasburgo, ha dichiarato che nella revisione del quadro finanziario pluriennale non devono essere tagliati i fondi per la Politica Comune Agricola. La Commissione AGRI chiede di garantire i fondi per le politiche agricole e di contribuire ad affrontare la crisi del settore. Inoltre, essa sostiene che la revisione intermedia dovrebbe aiutare a semplificare la Politica Comune Agricola (PAC) che deve continuare a concentrarsi su piccole imprese agricole a gestione familiare e mantenere misure di sostegno per le aeree con deficit naturali. Nella seduta plenaria anche la Commissione Parlamentare per il commercio internazionale si è espresso sul tema dell’agricoltura. Infatti, nei negoziati internazionali, riguardo il libero accesso nel mercato dei prodotti, viene chiesta la promozione di una sana competizione e la protezione dei prodotti agricoli di indicazione geografica per garantire relazioni trasparenti tra produttori, fornitori e distributori di prodotti alimentari.

 

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