Inizia oggi la seconda fase della Brexit che dovrà definire quelli che saranno i rapporti politici e commerciali tra le due sponde della Manica. Dopo il via libera ricevuto dagli Stati membri, il team negoziale europeo e quello britannico hanno ufficializzato il calendario dei lavori: cinque round di discussioni, da due o tre giorni ciascuno, fino alla fine di maggio per delineare la futura partnership e dodici gruppi tematici al lavoro che, tra gli altri, riguarderanno il commercio, la pesca, i trasporti, l’energia, la cooperazione giudiziaria, la mobilità e il coordinamento sociale.
Da parte dell’Ue, l’obiettivo è chiaro: negoziare un accordo commerciale ad alta ambizione, con zero tariffe e zero quote su tutte le merci che entreranno nel mercato unico, creando così un’area di libero scambio con cooperazione doganale e normativa, sostenuta da solidi impegni che garantiscano condizioni di parità per una concorrenza aperta e leale, nonché da una gestione e supervisione efficaci, da una risoluzione delle controversie e da accordi di applicazione.
Londra, tuttavia, ha deciso di partire in modo offensivo avvertendo di essere pronta ad abbandonare il tavolo negoziale già a giugno, qualora non vi siano prospettive di un accordo condiviso. In particolare, il Regno Unito rifiuta l’allineamento ad alcuna legge europea dopo la fine del periodo di transizione, soprattutto quelle relative alla tassazione, all’immigrazione e alla pesca.
Proprio nel mese di giugno vi sarà un momento chiave, quando sarà organizzata una conferenza di alto livello tra le due parti per valutare i progressi compiuti ed effettuare un bilancio sui punti cruciali delle negoziazioni.
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