La crisi non molla: il primo trimestre del 2016 nel territorio cittadino di Ancona registra dati preoccupanti, spazzando via le timide speranze che avevano fatto capolino verso la fine del 2015. Questo è quanto emerge dall’analisi della natimortalità delle imprese di Ancona, indicatore che prende in considerazione tutte le imprese nate e cessate nei primi tre mesi dell’anno.
Secondo i dati Unioncamere, rielaborati dalla Cna, le imprese nate nel capoluogo nel I trimestre sono 198, mentre le cessazioni sono 211 (saldo negativo –13).
Un calo limitato ma che spegne in qualche modo i segnali positivi che sembravano profilarsi a fine 2015.
Una variazione percentuale insignificante se raffrontata al complesso delle imprese attive ad Ancona, cioè lo 0,1%, ma è comunque l’effetto dovuto ai tanti anni di crisi e, di fatto, va ancora a diminuire lo stock di imprese attive in città.
Nessun settore si salva e alcuni preoccupano: in particolare la Cna presta attenzione al commercio che nei primi tre mesi del 2016 registra un allarmante –39 (36 nate contro 75 cessate); saldo -13 per l’agricoltura (4 nate contro 17 cessate); -12 per i servizi (5 nate contro 17 cessate).
“Certamente si tratta di dati estremamente piccoli per poter dare una visione corretta e complessiva – dichiara il segretario Cna Area Vasta Ancona Andrea Cantori – ma questi saldi negativi non offrono spazio a troppi incoraggiamenti e ci indicano che le difficoltà non sono certo terminate. In particolare siamo preoccupati per i numeri del commercio che certificano nero su bianco le tante problematicità di questo settore nella città capoluogo di regione”.