Anche a giugno cresce l’occupazione nell’artigianato e nelle piccole imprese. In un mese l’incremento è stato dello 0,8 per cento. Su base annua del 2,4 per cento. Rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, però, l’andamento, pur rimanendo positivo, accusa una leggera frenata. A giugno 2018, infatti, l’aumento aveva toccato lo 0,9 per cento su maggio e il 3 per cento su giugno 2017.
Lo rileva l’Osservatorio mercato del lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che dal dicembre 2014 analizza mensilmente le tendenze dell’occupazione su un campione di circa 20mila imprese associate con 140mila dipendenti.
La fotografia scattata dall’Osservatorio CNA mostra come il clima di incertezza politico-economica solo apparentemente non abbia influito sull’ampliamento della base occupazionale, comunque cresciuta del 16,4 per cento rispetto a dicembre 2014. Nei primi sei mesi del 2019, la crescita occupazionale complessiva è stata del 2,8 per cento, inferiore a quella del primo semestre tanto del 2018 (3,2 per cento) quanto del 2017 (3 per cento).
Rispetto a giugno 2018 il mercato del lavoro registra il segno negativo sia per le assunzioni (-9,5 per cento) sia per le cessazioni (-7,5 per cento) in confronto all’anno precedente. Il dato congiunturale positivo è arrivato solo grazie alla diversa incidenza dei flussi sulla base occupazionale complessiva: le assunzioni hanno riguardato il 3,1 per cento dell’intera “torta”, le cessazioni il 2,4 per cento.
Le diverse dinamiche delle tipologie contrattuali adoperate in assunzioni e cessazioni continuano a ridurre i contratti a tempo indeterminato. Paragonate a quelle del 2014, le posizioni a tempo indeterminato, che allora rappresentavano l’85,1 per cento del totale, sono diminuite di oltre un quarto, riducendosi al 58,8 per cento complessivo. Viceversa, si è quadruplicata la quota dei contratti a tempo determinato, saliti dal 6,9 al 27 per cento. All’11 per cento si attestano gli apprendisti, a fronte del 6,5 per cento iniziale, e al 3,2 per cento gli intermittenti.