Bene l’accelerazione dettata dalla Regione sul riordino istituzionale per attuare le prime sperimentazioni delle aree vaste interprovinciali entro l’anno. Siamo tutti d’accordo sulla necessità di lavorare – sostiene Fabio Bezzi, direttore generale CNA Reggio Emilia – per arrivare a un progetto chiaro sull’area emiliana. Se attendiamo troppo il rischio è di rimanere “sospesi tra un non più e un non ancora”, come dice Guido Caselli, direttore del centro studi di Unioncamere”.
Allo stesso modo, CNA Reggio Emilia sta già lavorando da tempo, in silenzio ma concretamente, con la CNA di Parma per dare vita a una CNA dell’Emilia Nord. Un primo step al quale potrebbero aggiungersi altre CNA provinciali e importanti collaborazioni con CNA fuori dai confini regionali.
“E’ il momento di fare rete, creare alleanze e sinergie – aggiunge il direttore CNA – che vanno al di là dei meri confini geografici. E’ quello che stiamo facendo a livello associativo, perché riteniamo che la fusione possa essere un grande valore aggiunto per dare più competitività alle nostre imprese. Finora, in assenza di un progetto istituzionale definito, l’universo reggiano si è autogestito. Ogni realtà, politica ed economica, ha iniziato a ragionare di alleanze diverse. L’abolizione delle province e l’istituzione delle città metropolitane è servito a far capire che non è più tempo di campanilismi e individualismi”.
Secondo la CNA provinciale, l’area vasta non dovrebbe essere definita esclusivamente dal punto di vista amministrativo, ma dalla possibilità di operare al suo interno un piano territoriale di coordinamento. Ciò vuol dire agire con progettualità e rigore rispettando determinate caratteristiche strutturali: divisione del territorio per destinazione d’uso, localizzazione delle infrastrutture di comunicazione e rete di sviluppo delle stesse, e soprattutto ottimizzazione delle risorse e dei servizi e dei sistemi produttivi locali, in linea con le esigenze di imprese e cittadini.
“L’obiettivo non è solo una maggiore efficienza – spiega Fabio Bezzi – ma la capacità di elaborare una nuova progettualità, di favorire l’attrattività del territorio e stimolare la capacità e la voglia di fare impresa di investitori locali e non. In questo senso siamo d’accordo, come sostenuto dal presidente della Provincia Giammaria Manghi, con la creazione di un’area vasta emiliana da Piacenza a Modena, un territorio geograficamente strategico e ricco di eccellenze produttive dal settore agroalimentare a quello manifatturiero, con specificità che devono essere un valore da condividere e non un limite”.
Solo agendo con metodicità e individuando le giuste caratteristiche strutturali si può riuscire a definire un piano condiviso che coinvolga tutti i soggetti interessati dal livello regionale al comunale.
“Ciò che conta – conclude il direttore CNA Bezzi – è rispondere in maniera sempre più soddisfacente ai bisogni delle imprese per generare ricchezza e benessere per l’intera collettività. CNA lo aveva già anticipato nel 2012, quando consideravamo ormai definitivamente superato il modello emiliano-romagnolo. Oggi la sfida a cui siamo chiamati a rispondere in tempi brevi, non è solo la riorganizzazione istituzionale per un efficientamento delle risorse: l’area emiliana deve diventare un polo produttivo di riferimento a livello europeo per conquistare una posizione di leadership nei principali mercati europei e internazionali”.