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Ancora troppo lenta la crescita del Mezzogiorno

Ragusa, senza Decontribuzione Sud si penalizzano le Pmi

Ragusa, senza Decontribuzione Sud si penalizzano le Pmi

Il Sud riparte, ma con lentezza. È quanto risulta dalla fotografia scattata dalla Svimez (l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) nel suo Rapporto annuale sullo stato dell’economia e della società del Sud Italia. Dallo studio emerge che il Mezzogiorno si inserisce in un quadro generalizzato di ripresa economica, certo, ma si conferma meno reattivo rispetto al Nord, per il peso di un divario ancora troppo radicato.

Tra il 2021 e il 2024 il Pil al Sud crescerà del 12,4%, mentre al Centro-Nord l’incremento sarà del 15,6%.  Nel 2021 i valori si attesteranno a +6,8% al Centro-Nord e +5% nel Mezzogiorno

La crescita futura del Sud si gioca tutta sull’effetto che avranno le misure del Pnrr, dato che potrebbe avere una spinta decisiva se si spenderanno interamente i fondi destinati al Mezzogiorno (40%) e se si riuscirà a trasformare la spesa per investimenti pubblici in nuova capacità produttiva in grado di intercettare una quota maggiore di domanda, interna ed estera.

Infatti, dei quasi 15 punti di crescita previsti nel quadriennio, ben 7 sono riconducibili al Pnrr e alle politiche di bilancio in favore della crescita. Si ridurrebbe il divario tra i due estremi della Penisola che si è acuito con la crisi pandemica. Divario che si riflette su una serie di fattori che frenano la crescita, quali il basso tasso di occupazione – da fine giugno sono stati circa 10mila i licenziati in Italia, di cui il 46% concentrato al Centro-Sud – e l’eccessiva flessibilità del mercato del lavoro meridionale con il ricorso al tempo determinato per quasi 920mila lavoratori (22,3% rispetto al 15,1% al Centro-Nord) e al part time involontario (79,9% al Sud contro 59,3% al Centro-Nord.

Un fenomeno preoccupante è quello delle donne Neet che non lavorano, non studiano, non si formano. Sono 900mila, con valori intorno al 40% rispetto al 17% della media europea. Il tasso di occupazione delle 20-34enni laureate da uno a 3 anni è appena il 44% nel Mezzogiorno a fronte di valori superiori al 70% nel Centro-Nord. Rispetto al secondo trimestre 2019, nel 2021 l’occupazione femminile nel Sud si è ridotta di circa 120mila unità (-5%, contro -3,3% del Centro-Nord).

 

Lo spettro della recessione sul Mezzogiorno

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