Grafica, stampa e design per rispondere al cambiamento
La mente aperta e le antenne dritte. Con una visione naturalmente incline al cambiamento e allo scambio di idee, Andrea Maino ha saputo trovare nuove terre da coltivare.
È nel 1993 che crea la Maja e per quasi tre lustri si dedica alla grafica e alla stampa tradizionale, dai cataloghi ai manifesti, dalle cartelline ai libri, dai biglietti visita ai listini. Ma la riduzione del prodotto cartaceo e una concorrenza dinamica e sfacciata impongono un cambio di paradigma.
L’idea è quella di diversificare il concetto di stampa, creare cioè prodotti inconsueti, poliedrici, di design, ma sempre legati al mondo della stampa.
Con sagacia e ironia, dice: “È questa la storia ciclica del mondo, come chi allevava cavalli due secoli fa ha dovuto adattarsi alla nascita dell’automobile”.
Lavorando per privati, artisti e stilisti, Andrea ha creato delle borse che riproducono immagini, foto, poesie, opere per diffondere una filosofia dell’art-à-porter, con il logo Handbagbanner: un prodotto curato, fatto a mano, Made in Italy.
L’azienda rimane uno studio grafico, di design e tipografia, ma la mission in questi anni è fornire soprattutto strumenti viscerali, strutturati per catalizzare l’attenzione, dare risposta alle richieste di grande visibilità di agenzie, professionisti, ditte, privati.
Andrea Maino progetta e inventa oggetti per dominare e contestualizzare l’esigenza di particolari domande del mercato. Oggetti che provocano dialogo e diffondono nel tessuto urbano messaggi brillanti e partecipativi, utilizzando materiali innovativi. Come i portafogli “Origami” in Tyvek, prodotti con un materiale particolare, riciclato e riciclabile, idrorepellente e traspirante, che sono a tutti gli effetti degli origami che piegati formano un portafoglio. Oppure le stampe d’artista su foulard di pura seta italiana.
Privilegia la creazione di prodotti non convenzionali, ma comunque ecocompatibili: la shopping bag strutturata con unico foglio di carta e unico manico, che non ha collanti e riduce del 50% il consumo di carta nella lavorazione; il catalogo realizzato con lattine riciclate; il porta CD con box in legno.
E infine, nel cassetto c’è un progetto che coinvolge la CNA, con cui Andrea Maino sta interagendo per la creazione di un “consorzio” di artigiani, proprio negli stessi locali dove risiede la sua attività. Una forma di coworking che vuole da un lato abbattere i costi di gestione, ma soprattutto essere un laboratorio di condivisione di esperienze, relazioni e professionalità, con altri mestieri (fotografia, sartoria, stampa 3D, droni per servizi, per citarne alcuni). Un luogo di scambio e di crescita, per non fermarsi mai e non sedersi a guardare il tempo che passa.