“Si accentua la polarizzazione del mercato che vede la domanda locale in forte contrazione e il mercato dei grandi appalti, appannaggio delle grandi imprese esterne, in forte crescita. Il PNRR accentuerà questi fenomeni che rischiano di marginalizzare ancor più le imprese sarde capaci in tempi ordinari di acquisire solo il 20% dei lavori superiori al milione di euro. Al governo regionale lanciamo l’appello affinché con urgenza si costruisca una politica industriale per il settore che orienti il modello dell’offerta verso forme più strutturate attraverso l’istituzione e l’utilizzo di strumenti che premino l’aggregazione, la formazione, l’innovazione, i processi di consolidamento e di qualificazione del tessuto produttivo isolano che rischia la beffa di trovarsi indebolito e sempre più ai margini del mercato al termine di un ciclo economico che nei prossimi anni riverserà sul territorio della Sardegna ingenti investimenti infrastrutturali. “ Commentano con queste parole, Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della CNA Sardegna e presidente di CNA Costruzioni, l’analisi del Centro Studi della CNA Sardegna sullo stato degli appalti pubblici dell’isola.
Dopo un 2021 chiuso all’insegna del ridimensionamento complessivo per il mercato regionale dei bandi di gara, nel primo trimestre del 2022 si segnala un preoccupante ulteriore calo della domanda, a fronte di una fortissima impennata della spesa. In base all’ultima rilevazione del Centro Studi della CNA Sardegna, tra gennaio e marzo 2022 il mercato degli appalti per lavori pubblici in Sardegna risulta quantificato in 131 gare, per un importo a base di gara di quasi 540 milioni. In termini numerici si tratta di una riduzione del 33,5%, che aggrava il bilancio già fortemente negativo registrato nel corso del 2021. Il dato economico, viceversa, definisce una crescita eccezionale, rispetto agli importi in gara nel primo trimestre dello scorso anno: +449 milioni di euro, di cui 356 relativi al lotto dei lavori finanziati con risorse del PNRR per potenziare le infrastrutture di telecomunicazioni. Il progetto è articolato in 15 lotti territoriali che in alcuni casi riguardanti ambiti regionali diversi, per un importo complessivo di 3,56 miliardi. Alla Sardegna spetta una quota rilevante destinata a realizzare nuove infrastrutture di telecomunicazioni e relativi apparati di accesso in grado di erogare servizi con capacità di almeno 1 Gbit/s in download e 200 Mbit/s in upload, per un’utenza complessiva di 663.784 numeri di civici.
Nel confronto con la dinamica registrata nel primo trimestre degli ultimi anni, risulta con evidenza il progressivo processo di riduzione del numero delle gare, sceso dalle 241 del 2019 alle 197 del 2020 e del 2021, fino alle 131 nell’anno in corso. In termini economici, escludendo la gara infratel, il livello della spesa si attesta su 180 milioni, circa il doppio rispetto al 2021, superiore anche ali livelli 2019 (140 milioni), ma ben distante dai livelli registrati nel primo trimestre 2020, quando era stata promossa la gara per affidare il servizio di conduzione e manutenzione degli impianti di depurazione e fognario.