Su circa 2.800 gare aggiudicate a imprese sarde tra il 2010 e il luglio 2016 la quasi totalità è riferita a lavori realizzati o da realizzare in Sardegna: il 98% in termini numerici e il 96% in termini di importo. Un recente monitoraggio della Cna Sardegna sulle gare di lavori pubblici aggiudicati a imprese sarde nel sessennio tra il 2010 e il luglio 2016 mette in evidenza la scarsa competitività delle nostre imprese di costruzioni al di fuori dei confini della Sardegna. Nel dettaglio, su 2.834 contratti assegnati a imprese residenti in Sardegna nel periodo di riferimento, solo 58 sono riferiti a lavori da realizzare fuori dall’isola per un valore inferiore ai 50 milioni di euro (meno del 5% del totale).
La ricerca Cna evidenzia anche un altro aspetto interessante sui ribassi medi: per aggiudicarsi un lavoro da eseguire in Sardegna le imprese isolane praticano uno sconto più basso (in media del 22%) contro il 27% offerto per interventi infrastrutturali da eseguire in altri territori. In altre parole – evidenzia la Cna – le società di costruzione, che hanno offerto uno sconto medio pari al 22% per aggiudicarsi opere di importo medio di poco superiore a 400 mila euro in Sardegna, sono disposte a praticare sconti maggiori, superiori in media al 27%, per lavorare fuori regione, dove i contratti hanno un importo medio doppio (quasi 840 mila euro).
L’analisi
“Quello che emerge dalla nostra ricerca – spiegano Francesco Porcu e Mauro Zanda rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di CNA Costruzioni – è che le imprese sarde oltre ad avere una grande difficoltà ad aggiudicarsi gli appalti più sostanziosi in Sardegna non riescono neppure ad affacciarsi oltre il mare ed oltrepassare il mercato locale, seppure essendo disposte a praticare ribassi superiori a quelli praticati in Sardegna. E’ sempre più evidente, come sosteniamo da tempo, che per rilanciare il settore delle costruzioni e rendere più competitive le nostre imprese sono necessarie politiche industriali in grado di incentivare la crescita dimensionale e i processi aggregativi del sistema imprenditoriale. Per stare sul mercato occorre però che nostre le imprese imparino a fare rete. Innovazione, specializzazione qualitativa, aggregazione e crescita dimensionale le parole d’ordine che la filiera delle costruzioni isolana deve sempre più declinare in futuro per evitare la marginalizzazione sul mercato”.
La classifica nazionale
La spiccata territorialità delle imprese di costruzioni sarde emerge con chiarezza nel confronto con quanto accade nel resto della Penisola. Nel confronto relativo al periodo 2014-luglio 2016 la Sardegna è infatti la regione con la maggiore incidenza di lavori eseguiti in casa: in nessun altro territorio tale percentuale supera il 90%.
Quanto al numero di contratti assegnati, dopo la Sardegna si colloca la Calabria: le imprese calabresi per l’88% si aggiudicano lavori che interessano lo stesso territorio di appartenenza, per un importo che rappresenta il 76% del relativo fatturato, occupando la terza posizione nella classifica economica.
La Toscana viceversa occupa la terza e la seconda posizione delle due classifiche, ma con dimensioni medie assai diverse nei due territori (540 mila euro per i contratti aggiudicati nella regione di appartenenza da imprese calabresi contro oltre un milione per le imprese toscane). In Sicilia, dove l’incidenza del numero dei contratti realizzati da imprese locali è superiore all’80%, il relativo importo scende invece al 52%: per le aziende siciliane l’incidenza dei grandi cantieri da realizzare in altri territori è molto più rilevante che per le sarde.
Guardando al ribasso, così come si è osservato per le imprese sarde, in media è quasi sempre superiore quello offerto per aggiudicarsi lavori “fuori casa”, ma con differenze rilevanti tra le varie realtà territoriali.
Per le imprese siciliane, ad esempio, non ci sono grandi differenze nella percentuale media di ribasso praticata (comunque molto alta, superiore al 30%, sia in regione che in altri territori). Questa è una ulteriore caratteristica che differenzia le imprese siciliane da quelle sarde, per le quali si è osservato un margine di oscillazione ben più ampio (dal 22% per i contratti sardi al 27% offerto per aggiudicarsi i pochi cantieri fuori casa). Cantieri, quelli sardi, che come detto risultano di dimensioni medie assai più modeste rispetto a quelli assegnati a imprese provenienti da altre regioni. Per le sarde questo valore si attesta intorno a 800 mila euro, e solo per le imprese marchigiane e valdostane si osservano dimensioni medie simili. I contratti più voluminosi sono invece appannaggio dell’attività fuori casa delle imprese piemontesi, laziali ed emiliane.
Fonte: elaborazione CNA Costruzioni Sardegna