CNA Benessere e Sanità rinnova l’allarme sul dilagare dell’abusivismo che penalizza le imprese di acconciatura ed estetica e mette a rischio la salute delle persone. Il presidente di CNA Benessere e Sanità, Antonio Stocchi, ha inviato una lettera al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e al presidente dell’Anci, Antonio De Caro, nella quale evidenzia che le imprese regolari sono oggi chiamate “a contrastare più di prima il diffondersi dell’esercizio abusivo della professione. Le innumerevoli segnalazioni che CNA Benessere e Sanità sta ricevendo, confermano, purtroppo, il dilagare di una pericolosa pratica illegale, che mette a repentaglio la salute dei cittadini e la tenuta degli operatori che si attengono al rispetto delle regole”.
È necessario un impegno ancora più incisivo da parte delle autorità locali affinché siano intensificati i controlli. L’efficacia degli accertamenti risulta vitale per le imprese del settore.
Con il decreto dell’11 marzo 2020, il Governo ha disposto la chiusura di tutte le attività inerenti i servizi alla persona sull’intero territorio nazionale, come misura per contenere la diffusione del Coronavirus. Nonostante gli indiscutibili sacrifici economici e professionali che tale scelta comporta, le imprese associate alla CNA hanno prontamente interrotto la propria attività.
Già a metà marzo, CNA Benessere e Sanità ha lanciato una campagna di informazione per indicare ai consumatori i pericoli in cui si può incorrere nel rivolgersi ad operatori irregolari e non autorizzati, i quali sfuggono ad una qualsiasi forma di vigilanza e controllo, non solo creando un danno economico, ma mettendo a rischio la salute dei clienti. Ora c’è bisogno di trasmettere alle imprese sane un segnale tangibile della vicinanza delle istituzioni. Se la lotta all’abusivismo non si affrontata in modo adeguato ed efficace rischia di accrescere il senso di malessere e inquietudine che la categoria sta vivendo in questo periodo di emergenza sanitaria e di chiusura prolungata.
Una piaga che colpisce chi lavora in regola, sempre più vittima di burocrazia e tassazioni con sistemi fiscali oserei dire da dittatura, con obblighi in formato anche di normative come: fatturazione elettronica, registratori telematici, P.O.S. che aumentano le spese amministrative (non certo per colpire l’evasione)… Aggiungo anche che nel mio caso non è stato previsto nessun bonus Covid! Percepisco la pensione diretta dal 2019 e ho scelto di continuare l’attività, e di pagare tasse e contributi INPS. Per riaprire, dopo due mesi o più senza incassi, dovrò utilizzare l’assegno di previdenza, frutto di una vita di lavoro. Grazie, Lorenzo Remelli