CNA-SHV aiuta gli associati a ridurre lo spazio occupato in azienda dalle carte, frutto della burocrazia e del fisco, oltre che della stessa gestione aziendale. È stata appena sottoscritta, infatti, una convenzione con Omniadoc, che consentirà alle piccole e microimprese di esternalizzare l’indicizzazione, archiviazione, conservazione e macerazione alla scadenza della documentazione analogica. Parallelamente, il partner Omniadoc (con sede centrale a Padova), curerà l’archiviazione e conservazione digitale a norma della documentazione digitale, compresa quella analogica dopo averla digitalizzata.
“La burocrazia – spiega Claudio Corrarati, presidente di CNA-SHV – ha un impatto incredibile per le PMI, non soltanto in termini di tempo per il disbrigo pratiche ma anche per l’obbligo di conservazione di tonnellate di carta. Abbiamo aziende con archivi che occupano più dello spazio dei macchinari destinati alla produzione. Spazi per i quali continuiamo a pagare l’Imu-Imi, che come CNA chiediamo da tempo di abolire per gli stabilimenti produttivi e gli uffici annessi. La conservazione digitale, però, non deve essere una giustificazione per evitare la semplificazione burocratica da parte degli enti pubblici. Meno carte abbiamo da compilare e conservare, più spazio abbiamo per investire in macchinari e dipendenti che aumentino produttività e competitività aziendale”.
Pino Salvadori, direttore di CNA-SHV, pone il problema delle aziende che hanno cessato l’attività: “Per dieci anni dopo la chiusura devono conservare la documentazione. Moltim imprenditori sono costretti ad affittare magazzini improduttivi e pagare i costi della conservazione della carta. Digitalizzando il tutto, si evitano costi e disagi”.