A gennaio doveva andare al regime la nuova qualifica professionale del Meccatronico che unisce e integra le due qualifiche di Meccanico motoristico ed Elettrauto, in linea con i cambiamenti e le innovazioni tecnologiche che hanno interessato e continuano ad interessare il mondo dell’auto.
La modifica risale ormai al 2012 e la norma aveva dato 5 anni di periodo transitorio per consentire alle Regioni di definire i percorsi formativi e alle imprese il tempo di organizzarsi per adeguare, attraverso la partecipazione ai corsi di formazione specifici, la propria qualifica. Poiché alcune regioni (Sicilia, Campania e Abruzzo) hanno definito le procedure per l’attivazione dei corsi solo ad aprile 2017, la CNA aveva chiesto una proroga di un anno proprio per consentire agli enti di formazione accreditati di organizzare i corsi di formazione e alle imprese di partecipare per regolarizzare la loro posizione.
La proroga è arrivata, con la Legge di Bilancio, ma con un eccesso di zelo: non un anno ma 5 anni. Un tempo lunghissimo, francamente non necessario, che rischia di rinviare oltremodo la qualificazione delle imprese, penalizzando peraltro chi invece ha provveduto nei tempi, a mettersi in regola, sostenendo ovviamente dei costi.
Stiamo parlando di un comparto, quello dell’autoriparazione, che ha responsabilità di tutelare la sicurezza dei veicoli su strada, attraverso una manutenzione a regola d’arte e in linea con le innovazioni tecnologiche che il settore Automotive sta velocemente introducendo.
La legge che disciplina il settore risale al 1992 e ha visto una parziale modifica nel 2012, con il passaggio alle Meccatronica. Una modifica soft che aveva l’intento di allineare le competenze alle innovazione del mercato, ma la tecnologia è stata di gran lunga più veloce ed impattante. Una legge che negli anni è stata parzialmente svuotata di contenuti e che oggi, con un ulteriore allungamento di 5 anni del periodo transitorio per la qualifica di Meccatronico, non ha davvero più un grande valore. In funzione dei profondi cambiamenti in atto e delle competenze tecniche necessarie, la legge non è più all’altezza di rappresentare la complessità del settore, a partire dai titoli di studio per l’accesso alla formazione, ai contenuti formativi per l’acquisizione della qualifica e le competenze tecniche necessarie, le attrezzature utilizzate e adeguate alle nuove tecnologie, che peraltro oggi non sono affatto indicate nella legge. La stessa figura per il Responsabile Tecnico dei Centri di revisione non è disciplinata all’interno della legge, ed è fondamentale che lo sia. Insomma, c’è bisogno di ridisegnare il quadro normativo organico di riferimento, con profili professionali in linea con le innovazioni e i cambiamenti tecnologici in atto, a tutela e a garanzia della sicurezza stradale dei veicoli.
Tra le altre modifiche introdotte, l’attivazione dei percorsi di qualificazione professionale per Carrozzieri e Gommisti. La disposizione demanda alle Regioni e province autonome il compito di attivare corsi regionali teorico-pratici di qualificazione per le attività di meccatronica, carrozzeria e gommista; si tratta di nuovi corsi abilitanti a tutte le attività rientranti nel settore dell’autoriparazione.
E’ prevista una semplificazione per le imprese di autoriparazione, già in attività dal gennaio 2013, che con la frequentazione dei corsi regionali possono qualificarsi, relativamente all’abilitazione non posseduta, senza la necessità di completare la formazione con 1 anno di pratica professionale presso una impresa del settore come ordinariamente previsto. Premesso che i requisiti di accesso, la durata e modalità di tenuta dei corsi saranno oggetto della Conferenza Stato-Regioni, dalla formulazione della normativa e successiva nota del Ministero dello sviluppo economico, i corsi di formazione sono rivolti a un qualsiasi addetto dell’impresa.