La decisione del Parlamento di istituire con legge di bilancio un fondo presso il ministero dello Sviluppo economico da riservare alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato nella sua espressione territoriale, artistica e tradizionale, oltreché venire incontro alle sollecite richieste di CNA, rappresenta una risposta incoraggiante per le tante imprese artigiane di questo settore drammaticamente fiaccato da due anni di pandemia.
Le circa 70mila imprese che lo animano hanno sofferto, infatti, il drastico ridimensionamento dei flussi turistici, in particolare quelli diretti verso borghi e città d’arte. Si tratta di attività fortemente identitarie, in grado di caratterizzare i luoghi e influenzare l’agire economico delle tante comunità di cui rappresentano il nucleo propulsore in molte zone d’Italia. Senza mai rinunciare a rivolgere lo sguardo in avanti, queste imprese custodiscono la memoria storica della cultura manifatturiera italiana, tanto da saper resistere alla volatilità delle mode, dettando al contrario tendenze di lungo periodo.
L’istituzione del fondo può, e deve, costituire il primo passo per l’adozione di misure volte a supportare e potenziare in chiave prospettica il lavoro dei maestri artigiani. Il che significa licenziare con rapidità il disegno di legge attualmente in discussione al Senato (AS 2117), per assicurare lunga vita all’artigianato artistico e tradizionale.