Quella dell’artigianato per le Marche è una vera e propria emergenza. La regione più manifatturiera d’Italia, sta modificando radicalmente un sistema produttivo da sempre fondato sulla piccola e media impresa artigiana. In sette anni, secondo un’indagine del Centro Studi CNA delle Marche, le imprese artigiane della regione sono passate da 52.448 a 47.660, con un calo di 4.788 aziende e la scomparsa di 15 mila posti di lavoro. Particolarmente pesante la situazione del comparto manifatturiero artigiano che ha perso un’impresa su quattro, scendendo da 17.988 a 13.813 imprese, con il distretto del tessile che ha visto addirittura dimezzato il numero delle aziende in attività. Anche le imprese artigiane impegnate nel commercio e nella ristorazione sono diminuite del 23,2 per cento, quelle dei trasporti del 18,7 e le aziende edili del 12,5 per cento. Se crolla il manifatturiero, crescono le imprese artigiane dei servizi (+25,9) con i servizi alle imprese e le attività professionali che sono aumentate del 44,4 per cento.
Tra i settori manifatturieri, tra giugno 2008 e giugno 2015, il tessile ha perso il 50,6 per cento delle imprese in attività e il legno il 23,9 per cento. Seguono i prodotti in metallo (-23,8), la meccanica (-22,5), le calzature (-17,2). Unico settore in crescita l’abbigliamento (+12,1) con le imprese che salgono da 1.121 a 1.257.
“Una crisi, quella dell’artigianato” hanno affermato il presidente CNA Marche Gino Sabatini e il segretario Otello Gregorini “che continua anche nel 2015, con 641 aziende che sono scomparse nel primo semestre provocando la perdita di 2 mila posti di lavoro mentre solo l’8,4 per cento delle oltre 47 mila imprese artigiane, ha realizzato investimenti. Per uscire da questa situazione e favorire un rilancio degli investimenti e dell’occupazione, servono interventi di sostegno alle piccole e medie imprese nei settori del credito, dell’internazionalizzazione e dell’accesso ai Fondi Europei”.
Sono questi i temi sui quali gli imprenditori artigiani della CNA Marche si sono confrontati con l’Assessore regionale all’Artigianato e Industria Manuela Bora.
La Regione, secondo la CNA, può svolgere un ruolo determinante per sostenere il sistema delle garanzie e dei Confidi, favorendo la loro solidità patrimoniale e facilitando il ricorso al Fondo Centrale di Garanzia per le PMI e non solo per le Banche. Alla Regione Marche la Cna ha chiesto il rifinanziamento, con uno stanziamento adeguato, del Fondo di Garanzia Marche, strumento regionale che da oltre sei anni è stato individuato dalla stessa Regione come uno degli strumenti principe per contrastare la crisi. Grazie a questo intervento, è stato possibile supportare quasi 23.000 imprese per quasi 1 miliardo di finanziamenti garantiti.
In questa legislatura, secondo la CNA Marche, sarà inoltre fondamentale saper utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea tra il 2014 e il 2020 con i nuovi Fondi comunitari. In particolare, per l’associazione artigiana, occorre ottimizzare al massimo le opportunità di finanziamento offerte dai fondi Fesr, Por ed Fse per sostenere e rafforzare la piccola impresa manifatturiera marchigiana. La Cna ha chiesto inoltre di ampliare la promozione e la presenza sui mercati internazionali delle imprese e delle produzioni regionali, favorendo la creazione di reti d’impresa e consorzi e portando all’estero il “sistema Marche”.