Hanno sfilato da piazza Croci al Teatro Massimo per protestare contro il caro-bollette. Un corteo organizzato da associazioni datoriali, sindaci, sindacati e semplici cittadini della Sicilia. Ad aprirlo, decine di sindaci con la fascia tricolore. “Siamo in tanti per dire stop al caro-bollette. In prima linea le attività dell’artigianato e delle piccole e medie imprese, rappresentate da CNA, e dalle altre associazioni – ha detto Pietro Giglione, segretario di CNA Sicilia che ha parlato dal palco a nome delle associazioni dell’artigianato e della piccola e media impresa – per far sentire la voce, le ragioni e la disperazione di questo nostro segmento produttivo. Ma siamo qui anche per indicare le possibili soluzioni per uscire fuori dal tunnel. Dalla Sicilia parte un messaggio chiaro e forte. Tutti insieme: imprenditori, lavoratori, pensionati e famiglie, provenienti dalle 9 provincie, in piazza, in corteo per farci sentire. Per lanciare, forte, il grido d’allarme contro il rincaro eccessivo dei costi energetici e delle materie prime. Dinamiche assurde e fuori controllo che stanno mettendo a dura, durissima prova il già fragile tessuto socio-economico della Sicilia”.
Le associazioni hanno messo nero su bianco proposte da consegnare al presidente della regione Renato Schifani e al prefetto di Palermo Emanuele De Francesco.
“L’artigianato rappresenta una fetta consistente dell’economia isolana. L’Isola la teniamo a galla noi – ha detto Giglione – la nostra è una grande comunità che produce certamente Pil, ricchezza e posti di lavoro. Ma non solo questo: produciamo anche e soprattutto valori, che sono unici e non replicabili. Rappresentiamo anche presidio di legalità nei territori. Non si può fare a meno delle Pmi e dell’artigianato. Servono dunque interventi immediati ed incisivi come quelli varati in occasione dell’emergenza pandemica. Ieri il nemico si chiamava Covid 19, oggi si chiamano guerra e speculazione. Vanno contrastati e occorre farlo subito, prima che sia troppo tardi: un lockdown produttivo avrebbe le stesse conseguenze disastrose di quelle lasciate sul campo dal blocco forzato imposto dal maledetto virus”.
“Sono circa ottomila le imprese che in Sicilia rischiano di chiudere i battenti a causa del caro-bollette“, ha sottolineato il segretario di CNA Palermo, Pippo Glorioso, “un dato allarmante al quale si aggiunge quello delle 330mila bollette che in questo momento in tutta l’Isola non vengono pagate da cittadini e imprese. Chiediamo un intervento rapido alle istituzioni e che si faccia anche una moratoria per le altre bollette che arriveranno da qui a dicembre“.